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Me ne frego!

Regia di Vanni Gandolfo vedi scheda film

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La recensione su Me ne frego!

di mm40
6 stelle

Documentario sul protezionismo linguistico attuato dal fascismo nel corso del suo infame ventennio.

Mussolini, maestro elementare, pur non essendo esattamente un raffinato intellettuale aveva capito l’importanza della lingua nella diffusione del messaggio e dei valori del suo regime: un’unità (e uniformità, abbandonando i dialetti) linguistica avrebbe favorito la coesione di un popolo storicamente disomogeneo e geograficamente sparpagliato in zone anche piuttosto distanti fra loro, come quello italiano. L’idea non era sbagliata e il fascismo, fra le cose meno brutte che ci ha lasciato in eredità, ha prodotto anche un vasto campionario di neologismi o banali ‘italianizzazioni’ di termini stranieri, alcuni dei quali sopravvissuti fino ai giorni nostri (es.: ‘autocarro’ per ‘autocar’). Magari il contributo alla coesione della popolazione sarà stato minimo, ma quello al rinnovamento dell’italiano non è da sottovalutarsi; altre cose invece, come l’uso del ‘voi’ al posto del proibitissimo, effeminato ‘lei’, sono state seppellite molto presto. In questo documentario Vanni Gandolfo (e la coautrice del copione Valeria Della Valle) racconta tutto ciò e molto altro; il paragone con la cosiddetta ‘battaglia del grano’ è forse quello che meglio rende il concetto di fondo: così come il Duce fece un’estesa campagna per rendere l’Italia indipendente dall’importazione di grano dall’estero, così il dittatore promosse una campagna per rendere autarchica la nazione anche sul piano della lingua, liberandola da obblighi nei confronti del lessico straniero, per quanto diffuso nello Stivale esso fosse (si pensi anche soltanto alla parola ‘bar’, cancellata dal fascismo). Bel lavoro, con animazioni a completare il materiale d’archivio dell’Istituto Luce e una voce off che racconta in maniera semplice, ma convincente; un’ora appena di durata. 6,5/10.

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