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Beyond the Lights - Trova la tua voce

Regia di Gina Prince-Bythewood vedi scheda film

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La recensione su Beyond the Lights - Trova la tua voce

di nickoftime
7 stelle

Sembrano essersi messi d'accordo i distributori italiani, decidendo di far uscire a breve distanza due film accomunati dalla stessa vena romantico sentimentale. Di "La risposta è nelle stelle" abbiamo appena detto mentre di "Beyond the Light - Trova la tua voce" lo faremo, non prima di aver fatto notare come il filone cinematografico dedicato all'amore fatichi sempre di più a trovare posto nei palinsesti settimanali, al punto da rimanerne escluso anche nei casi in cui - e l'esempio potrebbe essere rappresentato dall'inedito "Testament of Youth", interpretato dall'emergente Alicia Vikander – avrebbe le qualità per farne parte. L'eccezione che conferma la regola potrebbe essere rappresentata appunto da "Beyond the Light", diretto da Gina Prince-Bythewood e interpretato da Gugu Mbatha Raw e Nate Parker, scelti per i ruoli di Noni, star musicale sull'orlo di una crisi di nervi e di Kaz, il poliziotto che le salva la vita e di cui la ragazza finirà per innamorarsi.

 

Ambientato nello star system musicale, travasato nel personaggio di Noni in quel senso di alienazione misto a nevrosi con cui il successo deve sempre fare i conti, "Beyond the Lights" si presenta al pubblico con un plot che ricorda "Guardia del corpo", hit degli anni 90 che il film della Bythewood riprende non solo nel mestiere dei protagonisti e nello sviluppo della trama ma anche nel rapporto delle parti, con la funzione salvifica della componente maschile a fare da apripista alla rinascita e alla presa di coscienza di quella femminile.

 

 

Rispetto a quel modello però "Beyond the Light", appare più controllato e privo di quel divismo che nel lungometraggio di Mick Jackson finiva per sovrapporsi a tutto il resto. Si potrebbe parlare di una scelta obbligata dalle ristrettezze del budget ma il pregio del film è quello di sforzarsi di trovare la propria strada senza cercare di scimmiottare il suo predecessore. Una direzione che lavora soprattutto sui personaggi, delineati nei loro tratti psicologici e sugli attori, misurati e credibili, specialmente per quanto riguarda Noni, impegnata sua sul piano della performance musicale - con una versione a cappella di Blackbird di Nina Simone - che in quello della trasformazione fisica (priva di trucco e senza extension nei capelli la Mbatha Raw, smette di essere la sosia di Rihanna per assurgere a nuova sembianza), necessaria a sottolineare anche dal punto di vista visivo la trasformazione interiore del personaggio; senza dimenticare la messa in scena della Bythewood, che si prende la responsabilità di spegnere le luci del glamour per concentrarsi sulle note emotive di Noni e Kaz, riflesse nel contrasto di luce e ombre che caratterizza la fotografia del film. Elementi che, messi insieme, permettono agli appassionati di lasciare indietro gli affanni personali e di salire sulla giostra delle esistenze a lieto fine.

(icinemaniaci.blogspot.com)

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