Regia di Pete Docter vedi scheda film
Siamo a mio parere lontani dalle maestrie d’animazione di Nemo o di Monsters&Co o di Cars, ma è evidente in questo film il deciso salto operato da Pixar verso contenuti omnidirezionali e sempre più rivolti (o fruibili) anche dagli adulti. A Inside out va riconosciuta una genialità fuori dal comune nel rappresentare le emozioni e il loro interagire in una convincente rappresentazione metaforico-strutturale del cervello umano. Se nei primi tre film che ho citato e più in generale nell’intera produzione Pixar-W.D. si possono sempre e comunque individuare contenuti che affiancano il mero divertimento e la rappresentazione animata, in questo film si va al nocciolo di tutte le questioni addentrandosi nei meandri della mente. Ripeto geniale e assolutamente apprezzabile: l’oblio, il treno dei pensieri, la simpatica conflittualità delle emozioni, il ruolo centrale e infine risolutore attribuito alla tristezza che conferma come non possa esserci gioia senza tristezza.
Ho qualche personalissima e radicata perplessità sul fatto che post nascita l’unica emozione sia la gioia, ma è semplicemente una mia opinione; infatti rimane da spiegare perché qualsiasi neonato candidato alla vita lo faccia piangendo disperatamente proprio nel nascere….forse è una manifestazione premonitrice di ciò che verrà in modo più o meno drammatico per tutti? Tristezze a parte godiamoci questo ottimo prodotto anche se Pixar ha un unico imperdonabile difetto (in associazione a Walt Disney): sta producendo troppo e, forse sarò nostalgico, un tempo un cartone W.D. era un evento, era carico di aspettative quasi mai deluse mentre adesso sono catene di montaggio….anzi catene di profitto e tra animazioni e live-action la qualità è, giocoforza, altalenante. La postazione di comando con il pulsante “Puberty” ci fa realisticamente prevedere l’episodio 2. Speriamo sia all’altezza del primo, perché l’idea di fondo è, di fatto, “bruciata”.
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