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Staying Alive

Regia di Sylvester Stallone vedi scheda film

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La recensione su Staying Alive

di maso
7 stelle

Era inevitabile che Travolta rivestisse i panni di Tony Manero, fu troppo grande il successo di "La febbre del sabato sera" per non produrre un sequel e fare cassa.

Il problema è che il rischio di realizzare una patacca era altissimo e per molti lo è... non per me.

Credo invece che Stallone abbia fatto un grande lavoro, certo non ha il peso epocale del film di Badham ma ha il merito di proseguire la storia del ballerino di periferia che ha talento, poco sale in zucca e vuole sfondare a Broadway.

Il poliestere degli anni settanta è tramontato per lasciare spazio alle prime pulsazioni elettroniche degli anni ottanta con la moda, le atmosfere e le luci notevolmente cambiate nel giro di pochi anni, soprattutto è cambiato l'ambiente dove si aggira il protagonista: prima la discoteca di periferia dove sognare il successo, ora i teatri di prosa della city dove realizzarsi.

“La febbre del sabato sera” si apriva su Manero che passeggiava con la sua camminata sculettante e si concludeva al di la del fiume, il sequel riprende esattamente il discorso da quel bacio così casto nell’appartamento di Stephanie alla quale il nostro scorbutico e maleducato eroe dichiarava di essere disposto a fare qualsiasi cosa per non rimanere sconfitto da una vita come tutte le altre, e infatti lo vediamo sbattersi fra audizioni fallite, lezioni di ballo impartite e serate a servire ai tavoli nei locali notturni, per poi concludere il suo percorso nuovamente da dove era cominciato, con quella camminata impettita sulle note di “Staying alive”; in mezzo c’è tutta la sua ostinata lotta per raggiungere il successo e non si può negare che John Travolta abbia dato una prova d’attore a dir poco fenomenale: era in uno stato psicofisico strepitoso, addirittura superiore a quello del film precedente, ormai conscio del suo valore e lontano dal dramma della scomparsa della compagna avvenuto durante le riprese di “La febbre del sabato sera” seppe confermare le insicurezze caratteriali oltre che le sfumature da sbruffone stronzo del personaggio dandogli anche nuove caratteristiche che denotano almeno una maturazione.

La piccola sequenza della doccia nel buco dove abita mentre si lava e lava la biancheria denota lo spirito di sacrificio che lo spinge ad ogni costo a combattere per realizzarsi, e poi le scene di ballo ormai lontane dai ritmi disco dove Travolta esprime doti fisiche che non avrà mai più nella sua carriera visto il progressivo crescere del suo peso, John Travolta in questo film fa squagliare le femmine per quant’è bello bullo e balla bè e nonostante i balletti in se non sono così memorabili bisogna ammettere che da sfoggio di evoluzioni atletiche impressionanti che lo hanno reso una delle più grandi e famose star della storia del cinema.

Un altro aspetto del film che mi è piaciuto moltissimo è manco a dirlo quello di venere in tutù cari amici miei lettori, questa volta il nostro eroe al contrario del film precedente scopa che è un piacere e sa anche amare, arrivo a capirlo nel suo dubbio amletico fra la bionda e dolcissima Jackie e la mora e stronzissima Laura.

Jackie interpretata dalla bellissima Cinthia Rhodes è una ragazza ulmile con la quale condividere le stesse difficoltà e quindi un bersaglio facile da far soffrire, tanto è vero che fra i due c’è un chiaro legame affettivo mentre Laura che ha il volto di Finola Hughes è una ballerina di successo ricca e spietata che mastica e sputazza uomini come meglio crede ed è ovvio che Tony ne sia attratto, non c’è niente da fare perché più la rosa punge e più si ha voglia di coglierla.

Questo triangolo è parte predominante della trama e si incrocia perfettamente con il binario della danza e la voglia di affermarsi, non a caso Tony riuscirà a ballare con Laura nello spettacolo che lo farà esplodere grazie Jackie e il suo supporto sincero, ho trovato ottima tutta la scrittura di questa parte del film, nell’intreccio e nei dialoghi e faccio un applauso alla Rhodes per aver reso il suo personaggio così grazioso e adorabile e la Hughes per il suo così graffiante, tirannico e stronzo anche più di Manero, ricorda non poco Stephanie come fisicità ed espressioni e tiene testa al suo partner con robusto mestiere, superfluo dire che sono due ballerine strepitose perfettamente selezionate nei loro ruoli.

Il punto debole del film è la musica assolutamente trascurabile ed i balletti altrettanto ma Sly Stallone ha diretto bene il film, ad esempio la prova notturna al rallentatore in dissolvenze incrociate fra Jackie e Tony non è sbagliata a livello formale, è il brano musicale ad essere moscissimo ed il balletto non significativo, il lungo spettacolo che conclude il film è ben coreografato diretto e montato, Travolta brucia l’aria ma lo show in se è vuoto perché la musica non vale un cazzo e la musica è tutto.

Nei ruoli di contorno sono apprezzabili Steve Inwood nel ruolo del coreografo che ne dice quattro in faccia a Manero e gli fa aprire gli occhi su quanto sia un grande ballerino con una gran testa di cazzo e Julie Bovasso che ritorna nel ruolo della madre, unico personaggio del film precedente ripreso anche qui a dimostrazione che questo film non è scritto per niente male ma risente della totale pochezza musicale che lo anima.

Al di la di tutto: SEI UNA FORZA MANERO! 

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