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Entourage

Regia di Doug Ellin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Entourage

di M Valdemar
5 stelle

 

locandina

Entourage (2015): locandina



Un gran piacere, rivedere sullo schermo quegli allegri cazzoni di Vince, Eric, Turtle, Drama e l'incontenibile Ari. Ovvero la banda di Entourage, storica serie targata HBO, cult per definizione, seminale per grazia divina. Il racconto delle loro impareggiabili sarabande addentro la dorata, folle palude dello showbiz, riprende esattamente da dove li avevamo lasciati quattro anni fa: in seugito al divorzio-lampo, Vincent Chase (nove giorni, non un record) decide di passare dietro la macchina da presa. Apriti cielo (e apransi gambe di avvenenti fanciulle, conoscendo i nostri ...). E l'Ari Gold - presidente di uno dei più grossi Studios - capovolto verso un'idea di sé conciliante, pacifica (alla quale non crede nessuno) in un battibaleno ritrova la form(ul)a a cui siamo abituati.
Vero, pulsante, esplosivo cuore della serie, non delude anche in questa occasione, tra battute fulminanti («sai cosa fanno agli ebrei in Texas?», oppure, in risposta a Liam Neeson che gli fa il dito medio: «Hey Schindler, non abbandonare un ebreo!»), scoppi d'ira travolgenti (come quando dalla terapeuta tira un pugno alla foto di un gattino), assoli di logorrea irrefrenabile, e tragicomici moti di disperazione (durante l'amplesso, alla moglie: «L'adori, vero? Dillo!!» riferito a Hyde, il film di e con Vince, che ha ovviamente sforato il budget). Azzeccato lo scontro con il co-finanziatore, Larsen McCredle, un milionario vaccaro texano (un divertito Billy Bob Thornton, e il suo senso per le belle capigliature) e il di lui inetto figlio Travis (Haley Joel Osment, e il suo sesto senso per il cibo), definito da Ari «caricatura idiota di Forrest Gump», che vuole boicottare Hyde. Tutto per colpa di quel gran pezzo di carne sceltissima nota come Emily Ratajkowski. Che interpreta sé stessa, in versione chissà quanto finzionale ...
Già, perché Entourage ha anche la sua "morale" (quella che si merita e quella che ci meritiamo), enunciata per bocca di Larsen diretta alla poco sveglia prole: «Hai fatto un'altra volta cazzate per la fica!». La "fica" è la suddetta Emily, appunto, rea di aver concesso le sue illibate virtù alla giovane e bella star del cinema e non a lui ...

Perrey Reeves, Jeremy Piven

Entourage (2015): Perrey Reeves, Jeremy Piven

Ronda Rousey

Entourage (2015): Ronda Rousey

Haley Joel Osment, Emily Ratajkowski, Adrian Grenier

Entourage (2015): Haley Joel Osment, Emily Ratajkowski, Adrian Grenier

Billy Bob Thornton, Haley Joel Osment

Entourage (2015): Billy Bob Thornton, Haley Joel Osment


Il resto, francamente, non è granché: il creatore, sceneggiatore, produttore e regista Doug Ellin si limita a gestire le cose come in una puntata della serie. In effetti, la trasposizione cinematografica - pensata per concludere le vicende dei ragazzi venuti dal Queens - ha passo, scrittura, estetica e logica della narrazione (frammentaria, fatta di "trovate" e scene incollate tra loro) tipicamente televisivi, laddove ciò costituiva per il piccolo schermo una dimensione ideale, mentre nell'occasione vige più che altro l'effetto-nostalgia che un benché minimo respiro di - e per - quello grande.
Presi così per un sentimento di riconoscenza misto a curiosità ("come andranno a finire le cose?"), non resta che assistere alle "solite" avventure dei nostri, in un'ottica che è prima riempitiva (e allungata) che ispirata. Mentre Eric si destreggia tra giovani pollastre e l'imminente paternità (Sloan, l'amore di sempre) e Vince si affanna per la sua opera, e uno smunto Turtle è alle prese con un'improbabile liaison con la cazzuta Rounda Rousey, l'unico di cui interessa qualcosa è l'impareggiabile Drama (un po' troppo sacrificato però): alla normale quotidianità hollywoodiana fatta di svilenti provini per produzioni di serie b (o giù di lì) si aggiungono prima un video porno diffuso in rete che lo vede protagonista di un assolo (e che lo porta alla disperazione) ed infine un riconoscimento inatteso (ma non da lui!).

Kevin Dillon

Entourage (2015): Kevin Dillon

Haley Joel Osment, Billy Bob Thornton, Jeremy Piven

Entourage (2015): Haley Joel Osment, Billy Bob Thornton, Jeremy Piven





Tutto già visto; d'altronde a contare è la formula: scurrilità a volontà, prese per il culo per lo star system, affondi più o meno politicamente scorretti, belle figliuole generalmente (e generosamente) poco vestite, guest d'eccezione (tra gli altri: Thierry Henry, Jessica Alba, Gary Busey - e i suoi deliranti pensieri come già nella serie -, il noioso prezzemolino Pharrell, Mark Cuban, Armie Hammer, ovviamente Mark Wahlberg e il suo, di entourage; ma dov'è Sasha Grey per la miseria?!), i trastullamenti metaseriali-metacinematografici (che vanno dal geniale al ridicolo) e Ari Gold.
Nel finale, ambientato durante la cerimonia dei Golden Globe, accade l'incredibile: Drama ottiene il premio come migliore attore non protagonista (quattro-scene-quattro) per il film del fratello che scopriremo aver sbancato i botteghini. Impagabile l'urlo liberatorio («Vittoria!!!»), dopo alcuni interminabili secondi di trance (incredulo lui, incredulo Wahlberg che ne annuncia il trionfo, incredulo il parterre di "colleghi", incredulo il mondo intero). So' soddisfazioni. Sue e soprattutto nostre. E chissà se alla fine avrà pure ottenuta la (auto)pronosticata nomination agli Oscar ...
Una conclusione perfetta. Ma sui titoli di coda ecco la postilla (non rischiesta, ma tant'è): scene da un matrimonio gay - molto meno folli di quanto ci si potesse aspettare - con Ari che accompagna il suo ex assistente Lloyd (presenza ricorrente nelle stagioni televisive) all'altare di cui officiante è George "Sulu" Takey. Le danze si aprono, altre guest stars si palesano e, dal gruppetto riunito in posa per una foto, qualcuno - Billy Walsh (altro volto familiare) - lancia l'idea di produrre una serie su Vince e il suo variopinto "entourage".
Il cerchio si chiude.





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