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Mommy

Regia di Xavier Dolan vedi scheda film

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La recensione su Mommy

di port cros
9 stelle

Diane detta Die, è una donna forte, energica ed eccessiva, rimasta vedova e senza lavoro, che si ritrova a dover gestire il turbolento e sboccato figlio sedicenne Steve, affetto dal disturbo da deficit di iperattività , che passa da un istituto ad un altro, tutti incapaci di governare la sua energia incontenibile e il suo disagio esistenziale che deflagra in esplosioni di aggressività, ultima in ordine di tempo un incendio appiccato in una caffetteria. La madre non si rassegna ad abbandonare il figlio affidandolo alla sanità pubblica (come permetterebbe un’immaginaria nuova legge appena approvata in Canada) e se lo riporta a casa, cercando di istruirlo lei. I due rivelano fin dalle prime scene insieme una grandissima sintonia, così simili nell’essere energici, eccessivi e sboccati e così profondamente ed indissolubilmente legati, ma i tratti comuni dei loro caratteri sono anche causa del deflagrare di scontri violentissimi, che rendono la loro convivenza molto complicata: l’instabile Steve alterna momenti di tenerezza filiale ad esplosioni di violenza fisica contro la madre. Proprio in seguito ad un violento scontro fisico i due vengono in contatto con la vicina Kyla , timida insegnante in anno sabbatico e con problemi ad articolare le parole in seguito ad un crollo nervoso, che inaspettatamente riuscirà nell’impresa di far studiare l’irruento Steve. Col tempo i tre instaurano un intenso rapporto di quasi simbiosi e Kyla diviene di fatto il terzo membro della famiglia, formando un nuovo equilibrio triangolare, che sembrerà apparentemente donare una nuova serenità a Steve e alla madre, mentre Kyla fa grandi progressi nel superare il suo problema nel parlare. Ma la rabbia (auto)distruttiva di Steve riesplode quando la madre, in difficoltà alla richiesta di danni della famiglia di un giovane rimasto ustionato nel’incendio della caffetteria, cede al corteggiamento di un vicino che lavora al tribunale cittadino sperando di poter ricevere da lui un aiuto, ed i sogni di Diana di un futuro sereno per suo figlio vengono rimessi in discussione.

 

Anne Dorval, Antoine Olivier Pilon

Mommy (2014): Anne Dorval, Antoine Olivier Pilon

 

E’ ovvio e scontato il confronto tra Mommy e con l’opera d’esordio del regista, quel “J’ai tué ma mère” del 2009 anch’esso incentrato sul rapporto madre-figlio con la stessa attrice Anne Dorval nel ruolo della madre: le esplosioni di Steve hanno parecchio in comune con gli scatti isterici del personaggio del figlio nel primo film. Ma mentre in J’ai tué ma mère il figlio cercava di diventare adulto tagliando i legami con l’invadente genitrice, qui il fragile Steve sembra avere un bisogno disperato dell’amore materno ed essere terrorizzato dall’idea di perderlo. Se in J’ai tué ma mère il figlio cercava l’evasione dal soffocante mondo materno attraverso l’amore con un ragazzo e il rapporto con un’insegnante, qui Steve  vive in maniera conflittuale ogni intromissione del mondo esterno e si rifugia nel rapporto con le due donne come unica possibilità di equilibrio e serenità.

 

 

La forza emotiva del film è innegabile, e deriva tanto dall’intensità delle dinamiche relazionali tra i tre protagonisti quanto dalle scelte visive innovative del regista, continue sorprese che però non sovrastano mai la storia, anzi risultano un mezzo per valorizzare la sceneggiatura e le interpretazioni. Mommy è una conferma del talento registico del giovane Dolan, che sceglie un insolito formato stretto e verticale e riempe di film di scene originali ed innovative, come quella in cui Steve finalmente “allarga lo schermo” con le mani a rappresentare la ritrovata speranza di felicità o quella in cui fa vorticare un carrello mentre la macchina da presa gli gira intorno nel senso opposto. Come negli altri suoi film , la musica riveste un’importanza fondamentale (il regista dichiarato a Première di aver scritto il film a partire dalla musica), e Dolan dà il meglio nelle scene “musicali” accompagnate da canzoni pop, in molti casi degli anni 90 : il ballo in cucina sulle note di Celine Dion, Steve in skateboard ascolta il rap ma la scena è accompagnata dalla dolcissima Colour Blind dei Counting Crows, il disastroso karaoke di Vivo per lei di Bocellli, il finale accompagnato da Lana Del Rey.

 

 

Antoine Olivier Pilon

Mommy (2014): Antoine Olivier Pilon

 

Il giovane Antoine-Olivier Pilon, interpetando un personaggio che (come quello di J’ai tué ma mère) probabilmente costituisce per certi aspetti una sorta di alter ego di Xavier Dolan (che non lo interpreta credo solo per ragioni anagrafiche), è particolarmente bravo nel rendere la rabbia e la vitalità incontenibile di Steve, così come la sua tenera fragilità. La grande protagonista del film è però indiscutibilmente Anne Dorval, che riprende una figura materna già interpretata in “J’ai tuè ma mère”, ma qui offre un’interpretazione molto più ricca, sfaccetta ed emotivamente coinvolgente, dando vita ai diversi aspetti della personalità di Diane: la sfacciatezza un po' trash, l'energia incrollabile di fronte alle difficoltà ma anche la paura di non farcela, l'amore incondizionato per il figlio e la disperazione di fronte all'impossibilità di salvarlo. Suzanne Clément fa da contraltare all’esplosività degli altri due personaggi interpretando la timida e controllata Kyla, con il suo balbettio, la sua dolcezza ma anche una forza inaspettata quando affronta l'indisciplinato Steve. I personaggi si esprimono nel francese del Québec, che suona ostico e totalmente incomprensibile a chi è abituato alla dolcezza del francese della madrepatria.

 

Anne Dorval

Mommy (2014): Anne Dorval

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