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La scappatoia unico spiraglio

Regia di John Quested vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su La scappatoia unico spiraglio

di John_Nada1975
7 stelle

Bel film davvero di rapina, degli specialisti inglesi nel filone e da lunga data(basti citare tra i tanti "Un Colpo da otto"), che Finney scelse nell'anno del suo ritorno al cinema assieme a "Wolfen- La Belva immortale" di Michael Wadleigh, dopo un periodo di ritiro dai lungometraggi. 

Ottima tutta la descrizione dell'angoscia economica del super preparato architetto americano protagonista(Martin Sheen in trasferta inglese e curiosissima scelta di carriera, appena dopo un film grande come una vita, quale "Apocalypse Now") che ha perso il lavoro, e tanti conti e mutui da pagare oltre che per la bella villa di famiglia, alla banca del viscido ma sempre soave Robert Morley, con in più una moglie come al solito poco convinta a sapere la realtà delle cose, e ancor meno, a potercisi adattare(Susannah York). Alla fine persuaso e costretto per motivi di soldi suddetti, dal professionista scassinatore Albert Finney, a svuotare un caveau superblindato di cassette di sicurezza, nel centro di Londra.

Quested all'ultimo film realizzato una mezz'ora finale di lungo svolgimento del colpo passando fra le fogne, i topi, gli scarichi tumultuosi della pioggia, e usando esplosivo e lancia termica, che per il dettaglio e la cura comportamentale, psicologica dei 6 uomini partecipanti(tra cui un giovane Jonathan Pryce, e il basista esterno Colin Blakely), resa con finezza e intelligenza dei caratteri, non può non fare pensare in certa misura al Frank Honimer di James Caan, e al Barry di James Belushi, nel capolavoro coevo ma americano, "Strade violente", di Michael Mann.

Bella la fatalista rinuncia ad una apparentemente impossibile fuga dal caveau di Sheen, e il finale tutto sommato assolutamente positivo di ricomposizione d'una amicizia e complicità,  che ribalta per una volta il moralismo di questo tipo di film in cui il bottino non viene recuperato o salvato, e I protagonisti criminali pagano e in qualche modo finendo tutti male. Qui no anzi è alle fondamenta di una nuova fortuna economica e una nuova vita, si vede perché non è americano.

Seppure alcuni passaggi e dettagli alla fine rimangano credo volutamente, misteriosi. Bello anche il parallelo tra le vite ugualmente borghesi, con rispettabilità sociale apparente, belle case e belle mogli con figli, begli abiti e macchine-club esclusivo per uomini d'affari di Finney, sia del professionista nella legalità Sheen, che del professionista nella sua professione illegale, le rapine e lo scassinamento, Finney.

Purtroppo fu un insuccesso di pubblico, e nelle sale cinematografiche italiane, apparentemente non arrivò mai.

 

 

John Nada

 

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