Regia di Brian Percival vedi scheda film
Film didascalico, lento, spesso noioso ma soprattutto banale. Un'infarcitura di stereotipi sul nazismo, anzi, di stereotipi sui film che trattano il nazismo
Ci sono tutti: la ragazzina biondina sognatrice ma un po' maschiaccio, il bambino biondino tanto simpatico e tanto buono contrapposto a quello moro tanto infido. Povera ragazzina, adottata da quei due: la madre insensatamente cattiva (ma tanto si sa, alla fine si dimostrerà un angelo), il padre un po' artista un po' matto (forse l'unico personaggio di tutto il film minimamente apprezzabile).
In tutto questo superficialissimo minestrone di banalità ci metti pure la notte dei cristalli, i libri al rogo, e pure l'ebreo in cantina...bah...
Fastidio: 'sta ragazzina che, imparando a leggere, riempie di scritte la cantina...in inglese. Ma non siamo in germania?
Altro momento di irritazione: la madre che va a scuola per rimproverare la figlia, la porta fuori dalla classe e con la commozione le rivela che il ragazzo ebreo in cantina s'è ripreso dalla febbre...per poi riportarla in classe trascinandola per un orecchio. Ma non poteva aspettare la sera piuttosto che inscenare sta patetica pantomima?
Ma c'era proprio bisogno di un film così? Da evitare...
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