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Last Vegas

Regia di Jon Turteltaub vedi scheda film

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La recensione su Last Vegas

di alan smithee
6 stelle

TFF 2O13 - FIM D'APERTURA
Ci sono diversi modi di accettare il sopraggiungere implacabile della vecchiaia. La scelta può variare e spesso varia a seconda del carattere dei singoli individui: è cosi' che Kevin Kline la accoglie con distaccata ironia ripiegando su una consorte dinamica e decisionaria che gli organizza la giornata Morgan Freman, malato di cuore, cede alle cure quasi infantili del proprio figlio adulto,  sacrificando quasi del tutto l'indipendenza e il libero arbitrio; lo scontroso Robert De Niro,  vedovo inconsolabile ed asociale, vive tendendo all'eremitaggio; infine il brillate e vanesio Michael Douglas trova nella giovinezza e soprattutto nel frequentare avvenenti trentenni il modo per esorcizzare anche solo il pensiero dell'età che avanza. Sara' proprio per festeggiare l' addio al celibato di quest'ultimo,  che i quattro amici, vincendo a fatica le riluttanze del vedovo, riescono a incntrarsi a Las Vegas per la celebrazione del rito pagano. Una rivisitazione senile de "Una notte da eoni" risultava, almeno sulla carta, piuttosto sinistra e controproducente o quasi offensiva per taluni dei quattro premi Oscar coinvolti. Tuttavia, complice anche il brio nela direzione a cura di un Jon Turteltaub che non è né mai sarà un genio (o coferma de resto la sua non esaltante filmografia all'attivo), il film , specie nella sua prima e briosa parte, diverte e risulta piacevolmente scontato, per poi indebolirsi inevitabilmente nel solito fiale tra lo zuccheroso ed il sentientale, tipico dele sceneggiature americane delle major che devono comunque accontentare tutti e garantire l'happy end a qualsiasi costo. Una partenza per il 31esimo TFF almeno in linea con lo scorso anno di Quartet cdi Dustin Hoffman insomma, ma certo distante anni luce dalla partenza col gioiello finlandese di Kaurismaki (Le Havre) di due edizioni orsono.

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