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Le streghe son tornate

Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film

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La recensione su Le streghe son tornate

di alan smithee
6 stelle

È tornato quel matto di De La Iglesia: dopo il suo più ambizioso (e riuscito) progetto cinematografico, ovvero il meraviglioso "La ballada triste de trompeta", epica melodrammatica/gotica/horror sul pagliaccio triste e vendicatico più inquietante dai tempi del kinghiano "It"; dopo la commedia sarcastica sulla giugla impietosa del giornalismo e dei media senza scrupoli de "La chispa de la vida", ritroviamo l'Alex scatenato come ai tempi di "Accion mutante" o "La cominidad", in una commedia horror demenziale e concitata che inizia con una rocambolesca rapina. Bottino: una borsa con 25mila anelli nuziali; luogo: uno dei tanti "Compro oro" che affollano le nostre città pervase dalla crisi, economica e matrimoniale. L'idea bizzarra, ma neanche troppo, viene infatti a un paio di uomini in crisi coniugale, cui si unirà,  quasi per caso, un tassista che da ostaggio diviene complice. Travestiti da artisti da strada, troviamo una banda composta da Gesu Cristo in croce, che comanda un Usa soldier verde pisello, una crosta di groviera, Minnie, l'uomo invisibile e altri ancora; nel negozio, utile a confondere le idee, il bambino di Gesu Cristo (sembra un sacrilegio ma non lo è) nel giorno in cui la tutela legale lo affida impietosamente ed inderogabilmente al padre. Le cose si mettono piuttosto male, ci scappano pure i morti, ma Gesu e Soldier + pargolo petulante riescono a scappare in taxi e a darsi alla fuga. Non in Marocco come programmato, ma in Francia, dove un padre potrà esaudire il sogno di un bimbo che anela a Disneyland. Per questo si vedono costretti a valicare i Paesi Baschi, con le loro foreste primitive e misteriose, finendo letteralmente in pasto ad un sabba di streghe simpatiche, ma certo anche affamate e vendicative. Belle battute divertenti e situazioni surreali che ricordano (da lontano) certe ridanciane situazioni horror polanskiane da "Per favore non mordermi sul collo", una spiritosa ed ironica Carmen Maura e l'affascinante Hugo Silva che piu' che il Cristo sembra uno dei membri argentati dei  Rocketz anni '80, finiscono per rendere il vorticoso girotondo spesso divertente, che tuttavia affievolisce per strada la sua verve, finendo per accumulare troppe situazioni e gag che rischiano di rendere troppo debordante e barocca una seconda parte che fatica a decollare.

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