Regia di Carlo Carlei vedi scheda film
La lunga e tormentata vita di Padre Pio: bambino povero e irrequieto, di nome Francesco, cresce fra visioni mistiche nel sogno di diventare frate; realizza tale sogno, comincia a dichiararsi vittima di tentazioni sataniche e ostenta vistose ferite alle mani che lui definisce stigmate. La gente ama la sua figura carismatica, ma la Chiesa lo teme e, almeno per quanto riguarda i millantati miracoli, lo osteggia.
Il fatto che in Italia Sergio Castellitto sia uno degli attori migliori della sua generazione non significa che qualsiasi ruolo gli si addica automaticamente; numerosi sono i dubbi attorno al casting di questo kolossal televisivo, una produzione tutta nostrana targata Mediaset e Rizzoli, affidata a un regista (Carlo Carlei) e a collaboratori tecnici (fotografia: Gino Sgreva; scenografie: Simona Migliotti; musiche: Paolo Buonvino) di non tanta esperienza, ma sufficientemente preparati e infatti con una soddisfacente carriera davanti. I limiti nella scelta degli interpreti però risaltano fin dall'accostamento Padre Pio / Castellitto, anche se probabilmente non esiste alcun attore di chiara fama in grado di sostenere il ruolo di una simile icona religiosa contemporanea senza apparire fuori luogo (viene il dubbio che un volto sconosciuto sarebbe stato più appropriato); l'altra decisione discutibile è quella di infilare in una parte, sia pure laterale, Flavio Insinna, completamente spaesato vestito del saio; fra gli altri elementi in scena vale la pena di citare Jurgen Prochnow, Lorenza Indovina, Andrea Buscemi, Pierfrancesco Favino, Tosca d'Aquino, Gianni Bonagura e, nella breve parte del protagonista da adolescente, un altro quasi-esordiente di futuro successo: Elio Germano. Nel complesso Padre Pio, due puntate da cento minuti ciascuna (poi ridotte a una versione homevideo accorciata a due ore e mezza), è un prodotto che 'fa il suo lavoro': un compitino svolto senza particolare entusiasmo che non convince ripetutamente, ma che è in fin dei conti destinato a un pubblico televisivo di devoti al futuro Santo; come sostiene la didascalia di chiusura, ogni anno ben 7 milioni di persone si recano in pellegrinaggio presso la salma del frate e, con numeri simili, è evidente che il pubblico non manca. Soggetto di Massimo De Rita e Mario Falcone, sceneggiatura di questi ultimi con la collaborazione del regista. 2,5/10.
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