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Il portaborse

Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film

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La recensione su Il portaborse

di Furetto60
8 stelle

Ottimo film "politico" di Luchetti

All'epoca dell'uscita di questo film, non era scoppiato ancora lo scandalo di Tangentopoli e due partiti politici dominavano la scena nazionale,la vecchia democrazia cristiana e il partito socialista.Poi c'erano altri micropartitini,che pur non avendo una forte rappresentanza numerica, potevano comunque diventare l'ago della bilancia,avvicendandosi al governo, formando di volta in volta,coalizioni quadripartito, pentapartito ect.ect.,ma sostanzialmente l'ossatura e lo scheletro del governo,era formato da questo duopolio.Senza sbilanciarsi nel giudizio, su questi capisaldi della prima repubblica, non sarebbe la sede opportuna, però si può senz'altro affermare, che il siffatto quadro dirigente, era assolutamente egemone nello scenario politico ed era quello che prendeva le decisioni ,dettava la linea economica, la condotta da seguire e soprattutto designava e segnalava le persone da inserire nei consigli di amministrazione delle aziende e degli enti che contavano.Lucchetti "inventò" un personaggio preciso,uno"stereotipo" tipico,che avrebbe potuto  tranquillamente militare in uno qualsiasi di questi schieramenti,senza sfigurare.La sua tracotanza,la sua arroganza, la sua spietata disumanità e il suo approccio "pragmatico" e spregiudicato alla politica, erano tutte prerogative comuni a quel tempo a molti uomini di potere.Nanni Moretti diede brillantemente il volto al ministro,Botero, corrotto e corruttore,intrallazziere dai modi spicci,il quale per affabulare e persuadere gli elettori, si avvaleva della capacità linguistica, di un oscuro e anonimo insegnante di lettere,l'ottimo Silvio Orlando,il portaborse ingenuo e in buona fede, che credendo nei valori propugnati dal suo "datore di lavoro"e illudendosi di trovare "un posto al sole" gli scriveva i discorsi, scoprendo poi solo alla fine,la sua  vera indole e la sua natura truffaldina.Il film destò scalpore, urtando la suscettibilità di  molti politici benpensanti dell'epoca, che  si scandalizzarono offesi, per delle allusioni che la storia, pur non facendo nomi e  cognomi, in qualche modo chiamava in causa.Poi  scoppiò tangentopoli e tante  "bassezze"" che Luchetti aveva solo supposto e  immaginato si rivelarono autentiche.

Quando l'arte imita egregiamente la realtà.

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