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London to Brighton

Regia di Paul Andrew Williams vedi scheda film

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La recensione su London to Brighton

di bradipo68
8 stelle

Sono le 3 e 07 del mattino in una toilette pubblica di una stazione di Londra dove si sono rifugiate la giovanissima Joanne, dodicenne con i vestiti strappati e Kelly, adulta ma col viso sfigurato da un occhio vistosamente tumefatto. Kelly dice alla ragazzina che va a procurarsi soldi per il viaggio in treno. Torna e partono per Brighton dove c'è un'amica di Kelly. Intanto si scopre che Kelly è una prostituta, che un boss della mala locale sta cercando entrambe  e il suo protettore è pronto a consegnarla assieme alla ragazzina su un piatto d'argento.

Bisogna andare a recuperare le due donne a Brighton.

London to Brighton è lo stupefacente esordio nel lungometraggio di quel piccolo genietto del cinema inglese che si chiama Paul Andrew Williams, responsabile già dello script di uno degli horror più inquietanti degli ultimi anni , The children oltre a robetta non proprio per educande come The Cottage e Cherry Tree lane.

In questo caso la sua attenzione si rivolge a un genere più pulp che horror( un qualcosa di molto meno ibrido di The Cottage per esempio dove le due anime avevano importanza praticamente paritaria )  con la descrizione circostanziata di un sottobosco sociale inglese che fa rabbrividire, un inferno in terra in cui le dodicenni come Joanne sono costrette a fare l'elemosina e anche a prostituirsi di fronte al potente danaroso di turno.

Il personaggio cardine attorno a cui ruota tutto il film non è però quello della ragazzina come sarebbe stato normale nelle mani di un regista ordinario, ma è quello di Kelly, la prostituta che in un rigurgito di coscienza cerca di tirare fuori la ragazzina dal guaio in cui l'ha ficcata.

Ora di puttane dal cuore d'oro sono lastricate molte vie di cinema ma qui il personaggio di Kelly è più profondo dello schema a cui superficialmente può essere ricondotto. Probabilmente si rivede nella ragazzina, Joanne è la figlia che non ha mai avuto e quindi cerca di impedire che acceda al mondo dei grandi dalla parte sbagliata , come ha fatto lei anni prima. Non è alla ricerca di catarsi ( e l'ultima sequenza del film è abbastanza esplicativa) ma vuole rimediare a uno sbaglio che stava facendo.



Altra cosa che stupisce del film è che pur avendo la patina del revenge movie ( il boss cerca le due ragazze per vendicarsi ) sotto c'è una storia di un rapporto paterno filiale mai sbocciato, uan storia di prevaricazioni e di infelicità. Del resto con un padre come quello è molto difficile coltivare un rapporto che sia degno di questo nome.

Ottima la regia di Paul Andrew Williams che invece di imboccare una strada comoda e conformista, sceglie la frammentazione dell'unità di tempo raccontando poco per volta che cosa sta succedendo.

Sapremo nel corso del film perchè Kelly e Joanne stanno fuggendo e da chi in un alternarsi di presente e passato quasi senza soluzione di continuità.

Una scelta stilistica raffinata e creativa che permette di tenere altissima la tensione per tutto il film.

Implacabile lo sguardo di Williams su tutto lo sfacelo che si respira nella downtown London che quasi contrasta con l'aria frizzantina di mare della luminosa Brighton sulla cui spiaggia Joanne nutre letteralmente il suo spirito ( mentre Kelly in angoli di strada nascosti a sguardi indiscreti continua a fare il suo lavoro esattamente come fosse a Londra, per lei non cambia assolutamente nulla).

I tentacoli del male arrivano purtroppo ovunque.

Per rendere meglio l'idea  riguardo questo piccolo grande film direi che una storia del genere non sarebbe dispiaciuta a Ken Loach e a quello che idealmente è considerato il suo erede, Shane Meadows.
(bradipofilms.blogspot.it)

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