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L'innocenza di Clara

Regia di Toni D'Angelo vedi scheda film

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La recensione su L'innocenza di Clara

di maghella
8 stelle

 

Carrara e le sue cave di marmo in Toscana fanno da sfondo all'amicizia tra Maurizio (Alberto Giminiani) e Giovanni (Luca Lionello).

Un mondo chiuso quello delle cave, un mondo chiuso e duro nei confronti dei nuovi arrivati, di chi si vuole inserire negli equilibri stabiliti negli anni tra le persone del posto.

Maurizio e Giovanni sono amici di lunga data, amano andare a caccia insieme e trascorrere le serate in casa a far cene con gli amici e la famiglia.

Maurizio si innamora di Clara (Chiara Conti), una giovane e bella donna, che pare ricambiarlo. Clara ha una vita sentimentale disordinata: una relazione con un uomo sposato (Bobo Rondelli), che non le dà la prospettiva di una vita serena e sicura.

Forse proprio per questo accetta di sposare Maurizio. Clara entra così a far parte della schiera di amicizie di Maurizio. Conosce Giovanni con sua moglie e la figlia; instaura subito con loro un buon rapporto. Superficialmente pare tutto in sintonia. Ma il ruolo di mogliettina devota e casalinga perfetta sta stretto a Clara, che trova presto noiosa e monotona la vita tra le montagne vicino alle cave. Clara è una cacciatrice, le piace sfidare gli uomini con il suo fascino e stuzzica in qualche modo la curiosità di Giovanni, che rimane turbato dai modi e dalla bellezza della moglie del suo migliore amico.

L'estraneo (l'intruso, il diverso) si è intrufolato in un meccanismo “perfetto”, facendolo inceppare. Quando le cose sono state immobili per troppo tempo, quando i tagli della montagna sono fatti nella maniera sbagliata, il blocco si stacca male e provoca una frana. Clara ha provocato, forse inconsapevolmente, una “frana emozionale” tra le persone che ha incrociato. Giovanni frana inesorabilmente di fronte a Clara, trascinando con sé tutto il suo mondo “perfetto e immobile” che aveva conosciuto sino ad allora.

 

Un noir a tutti gli effetti questa bellissima storia diretta da Tony D'Angelo, sceneggiata dallo stesso D'Angelo (autore anche del soggetto) insieme a Maurizio Braucci e Salvatore Sansone.

Un noir costruito con maestria, complice una bella fotografia e la scelta del luogo delle riprese: le zone della lunigiana in Toscana, intrise di un naturale fascino e mistero.

 

Clara arriva alle cave attraverso un tunnel, quasi un utero materno che la porta in un luogo chiuso, ostile naturalmente per le sue montagne e i boschi, che non offre molte attrattive se non si è nati lì. Luisa (Rosanna Gentili), la moglie di Giovanni e anche lei forestiera di quei luoghi, cerca di consolare la nuova amica dicendole che col tempo ci si abitua. Clara non si vuole abituare e cerca il suo vecchio amante, rimpiangendo la vita clandestina che conduceva prima.

Tony D'Angelo conduce benissimo la storia, caricandola di tensione, anche nelle prime scene iniziali, quando pare che tutto proceda per il meglio. La storia è destabilizzante, la tensione è sempre alta e chi vede il film si aspetta continuamente che qualcosa di drammatico possa accadere.

E qualcosa accade sempre, senza quasi rendersene conto, ed è questo secondo me l'aspetto vincente di questo film. I cambiamenti di umore dei personaggi (non solo dei tre protagonisti, ma anche di chi ruota intorno a loro per pochi momenti della storia) sono resi evidenti dai loro atteggiamenti piuttosto che dagli eventi che si verifcano. Il malessere di Clara è palpabile via via che i minuti passano, e i suoi atteggiamenti diventano fastidiosi (almeno per me) quando influenzeranno negativamente il rapporto tra i due amici. Maurizio non capisce cosa stia per accadere, convinto che con il matrimonio abbia “catturato” la sua preda, abbassa le difese e non vede cosa sta per succedere intorno a lui. Giovanni ha compreso bene, al contrario del suo amico, la natura inquieta di Clara ed è deciso a “catturarla”, eliminando -se necessario- tutti gli altri cacciatori della riserva.

 

Una storia che evolve piano, con ritmi attenti, con cura nella scelta delle parole e delle situazioni. Una storia che vive grazie alla perfetta costruzione dei personaggi, che risultano chiari, senza lati oscuri o poco risolti. Per questo aspetto un plauso speciale va ai bravi attori, tutti, ma soprattutto ai tre protagonisti, che hanno saputo interpretare molto bene stati d'animo difficili senza strafare o risultare poco credibili.

Bellissima la colonna sonora, che in questo genere di film è fondamentale e spesso decreta la buona riuscita del lavoro. La musica è di Alessandro Rinaldi, ed è veramente suggestiva e appropriata a questo tipo di film.

Molto brava Chiara Conti in una parte che raramente viene scritta per un'attrice italiana. Chiara Conti ha dimostrato di essere un'attrice di ottimo livello, un nome che rimane fuori dai soliti circuiti a cui la grande distribuzione ci ha abituati.

Idem per i due protagonisti Alberto Giminiani e Luca Lionello (figlio del grande Oreste Lionello e bravo doppiatore), quest'ultimo per me una bella sorpresa, non avendolo mai notato prima in altri film con ruoli di tale spessore.

Un film che per alcuni versi (trama e psicologia dei personaggi) mi ha ricordato tantissimo il miglior Chabrol.

 

Note personali:

Aspettavo di vedere questo film da tantissimo tempo, l'avevo caricato perciò di molte aspettative e avevo paura di rimanerne delusa. Così non è stato. Così come non mi ha deluso l'amico che (finalmente) è riuscito a procurarmelo. Gli amici mantengono le promesse, e quelli veri sanno sempre come farmi contenta.

 

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