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Perché uccidi ancora

Regia di José Antonio De La Loma, Edoardo Mulargi vedi scheda film

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La recensione su Perché uccidi ancora

di mm40
2 stelle

Far west. Steven torna in paese per vendicare il padre, ucciso dalla gang messicana di Lopez. Quest'ultimo, per controbattere degnamente, assolda un killer. Ma nulla e nessuno potranno fermare la sete di sangue di Steven.

 

Non il migliore, ma nemmeno il peggiore degli spaghetti western, Perchè uccidi ancora (senza neppure il punto interrogativo finale, a dimostrazione della sciatteria di base di questa tipologia di prodottini) è un'ora e mezza di sparatorie, violenze di vario tipo e proclami di bagni di sangue nel segno di una doverosa vendetta personale che mette a confronto un buono spietato e dei cattivi ancora più irrimediabilmente crudeli: siamo insomma perfettamente nella media per la categoria. Ai tempi queste pellicole venivano girate in tutta fretta e senza particolare cura, stando attenti solamente a rispettare il budget con la coscienza che un pubblico in sala, comunque, lo si sarebbe trovato; altra caratteristica ricorrente per il filone è la coproduzione fra Italia e Spagna che permetteva escamotage fiscali e finanziari non da poco. Tale doppia bandiera giustifica la duplice firma in regia, cioè quella di Josè Antonio de la Loma unita a quella di Edoardo Mulargia; allo stesso modo la sceneggiatura risulta accreditata all'italiano e al produttore Vincenzo Musolino (rispettivamente: Edward G. Muller e Glenn Vincent Davis), con la collaborazione per i dialoghi da parte del regista spagnolo. Non è difficile intuire la confusione che si doveva respirare sul set di un lavoro di tale risma, tanto che - assicura Marco Giusti nel suo fondamentale Dizionario del western all'italiana - Stelio Candelli, accreditato nei titoli di coda, in realtà sostenne solamente un provino a cui venne scartato. A proposito degli attori, fra i volti di maggior spicco - è un modo di dire, chiaramente - ecco Ida Galli / Evelyne Stewart, Antonio De Teffè / Anthony Steffen, Josè Calvo, Ignazio Spalla / Juan Sanchez, Gemma Cuervo, Hugo Blanco e Aldo Berti / Richard McMoore. Il ritmo vacilla, scene e costumi sono approssimativi, i dialoghi debitamente retorici: tutto nella norma. Mulargia, alla sua opera seconda dopo Le due leggi (1962), firma così il primo di numerosi western all'italiana. 2,5/10.

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