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La guerra dei Vulcani

Regia di Francesco Patierno vedi scheda film

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La recensione su La guerra dei Vulcani

di tafo
7 stelle

Arte vita vendetta e gossip.

Il triangolo delle Eolie. Lui lei e l’altra, il regista e le due attrici. Cinema vendetta e gossip. E’ difficile pensare a film come Roma città aperta e Stromboli e associarli alle storie da rotocalco nell’Italia degli anni quaranta appena uscita dalla guerra. Eppure prima e dopo il cinema c’era anche questo, da una parte il regista del momento, dall’altra la grande attrice italiana sedotta e abbandonata e la diva hollywoodiana attratta prima dall’arte e poi dal suo autore. La storia del fascino mediterraneo dell’uomo che conquista e sconvolge la vita familiare della bella e famosa straniera era l’ideale, oggi come ieri, per stuzzicare la curiosità del lettore medio di riviste e fotoromanzi. Quello che sottolinea il documentario è quanto questo si riflette nei film , Vulcano con la Magnani che cerca di riprendersi l’amato e l’idea originale, fatto più per ripicca e per cercare di oscurare l’altro provando a rubargli idee e tempo. Stromboli che riflette nel momento che nasce e cresce nel corpo dei due uno dei connubi artistici e sentimentali decisivi per tutto il cinema. Su un isola un regista preciso rispettoso dei tempi e del copione, sull’altra un regista senza copioni e rispetto dei tempi. Arte e vita si mischiano, la Bergman può lasciare il mondo dorato di Hollywood e gettarsi nella ricerca esistenziale come nuova musa di Rossellini che può rimodellare il suo cinema in questo luogo quasi mistico nella sua immutabile desolazione dove la trilogia della resistenza lascerà spazio all’immersione nell’animo umano. Arte e vita si mischiano perché Patierno fa parlare il regista e le due attrici con i loro film , la Magnani che piange al telefono parlando con l’uomo che l’ ha lasciata, la Bergman che interpreta e vive la sua gravidanza fanno diventare questo documentario qualcosa che sta tra il cinema e il reale.

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