Espandi menu
cerca
Any Day Now

Regia di Travis Fine vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 316
  • Post 214
  • Recensioni 6401
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Any Day Now

di alan smithee
8 stelle

"Il vostro non è un caso difficile, è un caso impossibile: ottenere la custodia di un minore se si è gay è davvero impossibile"... avverte un avvocato di colore un po' grezzo ma tenace e combattivo alla coppia che gli si è rivolta in aiuto. E il protagonista commenta sarcastico ma serio: "Francamente è quasi impossibile fare qualsiasi cosa se si è gay".
Siamo negli Stati Uniti a fine anni '70, e una coppia gay che vediamo formarsi e compiere i primi passi per una placida ma nascosta convivenza, si affeziona al figlio affetto da sindrome di down della vicina di uno dei due; trattandosi di una tossica irrecuperabile, la donna trascura il bambino, davvero poco autosufficiente, che presto trova sempre più spesso rifugio a casa del suo eccentrico ma umano vicino. Quest'ultimo infatti lavora come drag queen in un locale gay e balla e canta travestito ed in playback, per guadagnarsi quel poco che gli consenta (a stento) di pagare l'affitto e di sopravvivere. L'altro membro della coppia è un distinto avvocato ex assicuratore che, divorziato dalla moglie, ha cambiato città per provare a vivere con discrezione, ma senza rinnegarla, questa sua situazione di omosessuale che riesce finalmente ad accettarsi come tale e a sperare di realizzarsi. La lotta per l'ottenimento dell'affidamento del ragazzo, destinato altrimenti ad un istituto dove ovviamente egli non vuole andare, costituirà un calvario drammatico in cui ognuno dei membri della coppia lotterà con tutte le sue forze. Anche e soprattutto per assicurare un futuro più roseo a quella sfortunata creatura, minata nel fisico, nella mente e negli affetti più basici. Un melodramma sincero e a tratti appassionante, ben calato in un contesto storico meno lontano di quanto si possa pensare, soprattutto da parte nostra, intesa come società italiana, ancora ferma a quei pregiudizi e a quelle disparità dell'America anni '70, che non riescono ancora oggi ad andare oltre una generica distaccata generalizzazione del problema, senza riuscire a calarsi nei casi singoli, quelli veri,  per la salvaguardia delle persone bisognose e più deboli, come i bambini in attesa di affido.  
La riuscita dell'opera, presentata fra l'altro all'ultimo recente GLBT di Torino, va in gran parte attribuita alla notevole performance della coppia Alan Cumming e Darret Dillahunt, volti già noti e visti molto spesso, bravissimi attori troppo spesso relegati a ruoli di contorno che ne limitano le potenzialità. Cumming nel corso della vicenda riuscirà anche a sfoderare la sua suadente ed elegante voce alla Boy George, quando il suo personaggio sarà finalmente notato e riuscirà ad andare oltre i soliti show ridanciani e superficiali in cui scimmiottava in playback successi del passato nella migliore tradizione dello show "en travesti"; e tutto questo per divenire un interprete vero e da prendere sul serio, come le sue potenzialita vocali in effetti meritano. La sua canzone "Any day Now", che dà il titolo alla pellicola, è bella e struggente e dunque coerente con la tenace ma anche triste ed amara battaglia legale che fa da fulcro ad una vicenda che si aggrappa alla ricerca di un futuro di coppia e di una serenità a cui è legittimo che ognuno voglia e possa tendere, e che possa rivelarsi non solo duratura, ma proprio definitiva.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati