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The Taste of Money

Regia di Im Sang-soo vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Taste of Money

di alan smithee
6 stelle

Im Sang Soo, elegante, raffinato, estroso, ma spesso pure efficace regista coreano dell’erotico "La moglie dell’avvocato" e dell'ancor più patinato "The Housemaid", torna (almeno sul mercato francese) dopo la presentazione in Concorso all’edizione 2012 del Festival di Cannes, con una concitata saga familiare che se da un lato non fa che confermare la tendenziosità' laccata di questo pur abile uomo di cinema, dall’altro in un certo senso ci avvince (non mi vergogno a sostenerlo) con innegabili solide doti narrative oltre che visive, nel presentarci un’intricatissimo album di famiglia che racchiude le sporche e morbose vicende di un nucleo di ricchissimi industriali coreani, sempre in bilico a districarsi tra loschi affari e corruzione e salvaguardia dei propri meschini interessi.
Sotto gli occhi increduli e sdegnati di una giovane guardia del corpo, Young-jak, da poco tempo al servizio dei potenti, orgoglioso e ancora legato a principi di lealtà e solidi valori morali, che tuttavia non riescono a distoglierlo completamente dalla tentazione del fiume di denaro che si vede girare attorno, si consumano intrighi da soap opera che coinvolgono una stravagante maliarda di nome Madame Baek, figlia di un potente uomo d’affari ormai ridotto all’infermità; di suo marito, un tempo brillante manager che la prese in sposa solo per accaparrarsi l’ingente patrimonio di famiglia; di suo figlio piu’ giovane, già corrotto quanto basta, scaltro e scellerato come si conviene, con alle spalle già i suoi bei problemi con la giustizia, risolti ogni volta col compromesso e con il pagamento di generose somme alle persone di rilievo presso i ranghi delle forze di polizia. La figlia della coppia invece, bellissima, seducente e ancora giovanissima, ma già divorziata e con una bambina che e uno dei suoi pochi centri di interesse, è innamorata perdutamente del nostro  giovane protagonista, una guardia del corpo bella, aitante ed onesta che le fa perdere la testa; ma costui nutre affetto solo nei riguardi della cameriera filippina al servizio dei laidi padroni di casa, e che a sua volta subisce - senza tuttavia ribellarsi per poter mantenere la figlioletta nei limiti di un certo benessere - le attenzioni sessuali neanche troppo celate del capofamiglia; questa morbosa attenzione del capostipite per la donna di servizio suscita le ire e la vendetta spietata della famigerata Madame Baek: con conseguenze letali, naturalmente a scapito dei più deboli ed umili.
Di fronte ad un intrigo del genere non è difficile non pensare ad interminabili serial televisivi come Dynasty, e Madame Baek è la migliore nuova sosia che possiamo immaginare nei panni (perfetti fuori, sporchi dentro) della Joan Collins anni ’80 del famoso patinato telefilm.
Il film, un po’ fine a se stesso e molto laccato, ha tuttavia il pregio di farsi seguire con una certa sconsiderata passione, se solo si lasciano da parte certe fisiologiche repulsioni per ambienti e situazioni che ributtano e suscitano rabbia, per certi generi di soap che mal tolleriamo sul piccolo schermo anche già solo per partito preso. Se invece impariamo a lasciarci trascinare dal lascivo corso degli intrighi è facile dopo poco farsi avvincere o quantomeno seguire con un certo interesse questo pamplet sontuoso e fin troppo raffinato nell'estetica, lasciandosi trasportare senza troppi pensieri dal fiume in piena di una storia di vendette, corruzione e sangue che a tratti appassiona davvero.
Ed inoltre il film rappresenta la definitiva conferma della superiorità (almeno dal punto di vista estetico) della razza coreana su gran parte delle altre: pur non escludendo la possibilità che una buona percentuale di attori coreani sia nettamente più bella e curata della media della popolazione, con questo film si rimane abbacinati dallo splendore magnetico di questi corpi perfetti e simmetrici, sia maschili che femminili, che comunicano senso di armonia e perfezione davvero poco terreni e così difficilmente riscontrabili tra la più comune popolazione occidentale.  

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