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Riddick

Regia di David Twohy vedi scheda film

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La recensione su Riddick

di rflannery
5 stelle


A nove anni di distanza dall'irrisolto The Chronicles of Riddick, il regista David Twohy torna sulle tracce del suo personaggio più riuscito, il Riddick interpretato con efficacia da Vin Diesel e reso celebre dal film apripista della serie ovvero il solido Pitch Black. Impavido ai limiti dell'incoscienza, animalesco, tostissimo e violento, dotato di una fisicità straordinaria e sprezzante del pericolo, ha pupille di luce che gli consentono di vedere perfettamente nell'oscurità. Eroe e antieroe al tempo stesso, Riddick l'assassino presenta in sé gli elementi di contraddizione di tanti eroi oscuri e affascinanti della fantascienza moderna. In questo terzo capitolo Twohy, al di là di un piccolo inciso, abbandona la complessità narrata farraginosamente nel film del 2004 per saldare il film alla vicenda di Pitch Black, di cui si cerca di riprendere le stesse modalità narrative. In The Chronicles of Riddick infatti, la vicenda si riduceva ad essere una tesa caccia all'uomo che diventava ad un certo punto una lotta all'ultimo sangue con creature terribili. La vicenda di Riddick è simile: la prima parte, non felicissima a causa di un abuso di computer grafica (e non delle migliori), vede in campo e in pratica sempre in silenzio Riddick, ferito in un mondo ostile e selvaggio. La seconda, più avvincente, vede cambiato totalmente il punto di vista sulla storia. Da Riddick infatti, solo contro esseri terrificanti, si passa a due squadre di cacciatori di taglie arrivati sul pianeta per prendere, vivo o morto, il muscoloso Diesel. Twohy, quando rimane sulla semplice azione e sulla gestione della suspense, ci sa fare: il gioco al massacro condotto da Riddick funziona e anche il cast dei cacciatori di taglie – tra cui si segnalano Jordi Mollà e il gigantesco Dave Bautista – ha le facce giuste per convincere. Poi ritornano loro, le creature, schifose e spietate, pronte a ingaggiare una battaglia all'ultimo sangue. ,Il regista di Pitch Black abbonda in citazioni, Alien e Predator in testa, dissemina qua e là qualche particolare horror e porta a casa un thriller discreto, in pratica un western travestito da fantascienza. Gli scenari e la fotografia rimandano ai film di cowboy e anche il plot è quello di tanti film del genere: i “buoni” sotto assedio in mezzo al nulla contro cattivi spietati e numericamente imponenti, un po' come tanti film di John Carpenter, un altro regista che ha spesso nascosto gli elementi western in film di sci-fi o addirittura horror, come Fantasmi su Marte e Distretto 13 – Le brigate della morte. In definitiva, al di là di qualche ingenuità e di alcuni personaggi un po' risaputi (il ragazzo con la “fissa” per la religione) un thriller piuttosto teso con un unica, evidente pecca: un finale tirato via e davvero poco efficace.

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