Regia di Luciano Emmer vedi scheda film
Mah, diciamo che si lascia vedere, anche perché forse non sono riuscito a comprenderlo appieno. Il regista, ad esempio, tenta di tracciare un parallelo sulla situazione sismologica e geologica di Napoli e Pozzuoli, e appunto il miracolo del sangue del santo. Non ho afferrato il senso di questo parallelo; forse Emmer allude alla precarietà e all'instabilità della vita a Napoli, adombrata dalla sua situazione geologica. Il testo della voce narrante, inoltre, sembra leggermente ironico. Pare che il miracolo venga presentato come una magra consolazione per i napoletani, già molto provati dalla vita dura che fanno. La prospettiva non è quella della fede, né quella dell'analisi scientifica. Sull'insieme aleggia una specie di pessimismo ironico e ammiccante. Nello stesso senso vanno forse interpretate le ripetute inquadrature delle comari sdentate che pregano in attesa del miracolo.
Insomma, lo definirei un documentario che gioca ad alludere vagamente ad altro, e a fare il misterioso. Quasi quasi, il miracolo stesso, pure inquadrato a lungo dalla cinepresa, passa come importanza in secondo piano.
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