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Il cavaliere del Santo Graal

Regia di Antonio Hernández vedi scheda film

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La recensione su Il cavaliere del Santo Graal

di supadany
3 stelle

Pellicola di matrice fantasy/avventurosa che denota il coraggio di una produzione spagnola nel cimentarsi con un genere tipicamente hollywoodiano.

Mezzi scarsi, e questo si vede nitidamente (oltre al fatto che era intuibile), purtroppo laddove si poteva metterci una pezza (trama, anima e recitazione) si è mostrato il peggio e non ci sono scuse valide dietro le quali nascondersi.

Durante le crociate, Tuono (Sergio Peris-Mencheta), un cavaliere valoroso, deve far ritorno in Europa per riportare in patria Ingrid (Natasha Yavorenko), una principessa vichinga.

Quando insieme ai suoi uomini approda in Spagna, trova una situazione mutata, con un uomo malvagio (Gary Piquer) pronto a far scendere le tenebre perenni sull’umanità.

Il destino è così nelle mani di uno sparuto gruppo di uomini.

 

  

Si fa parecchio fatica a trovare qualcosa da salvare, probabilmente limitato al tentativo da parte del regista Antonio Hernandez di affrontare un genere dispendioso facendo di necessità virtù.

Profilo proteso all’umorismo, all’insegna di un’avventura ricca di pericoli, ma come nelle favole, ed in questo non c’è niente di male (anche se si esagera un po’ troppo), i buoni ne escono sempre sani e salvi anche di fronte a quella che parrebbe essere una morte certa.

Il canovaccio è limpido nella sua semplicità, ma la quasi totalità di quanto si vede è affrontato in maniera sbrigativa; lo sono i combattimenti (poverissimi e ripetitivi), gli effetti speciali sono limitati al minimo rendendo alcune scene ridicole, con l’obbligo di dover semplicemente accettare la situazione, e poi quando diventano obbligatori sono veramente castranti, vedasi ad esempio un cielo che diviene cupo e minaccioso, ma con una fotografia che fatica a gestire la giusta luce (decisamente in eccedenza) in scena.  

Aggiungiamoci pure una recitazione che si fatica a sopportare, in primis del protagonista Sergio Peris-Mencheta nei panni del capitano Tuono, un nome che ci fa temere per il peggio fin dall’inizio.

Non si difetta in fatto di coraggio, ma in tutto il resto sì e pure in dosi abbondanti.

Fin troppo velleitario.

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