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The Sessions - Gli incontri

Regia di Ben Lewin vedi scheda film

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La recensione su The Sessions - Gli incontri

di michemar
8 stelle

Mark O’Brien è un poeta e giornalista che, per una poliomielite presa da bambino, è rimasto tetraplegico e vive in un polmone d’acciaio. Ha 38 anni e non ha mai avuto ovviamente alcuna esperienza sessuale. Ha bisogno continuamente di assistenza in quanto deve essere pulito e accudito, ma il suo spirito è fortissimo, è molto brillante e il suo ottimo umore lo aiuta a sopravvivere anche in quelle condizioni. E’ un credente cattolico e, per quello che può, osservante. Specialmente per quello che riguarda la sfera sessuale. La sua fortuna è avere un gran bel confidente ed è il parroco della chiesa che frequenta. A lui racconta tutto: i suoi pensieri, le sue riflessioni, i suoi bisognimai esauditi. Parlando a lui, racconta a noi spettatori la sua magra e monotona vita. Chi lo accudisce sono belle ragazze e naturalmente è a loro che rivolge le sue brame. Le confidenze al parroco sono sotto forma di confessioni ma non hanno affatto la ritualità del sacramento, diciamo che sono confessioni anomale e irrituali.
Il prete gli risponde, lo esorta e fa anche lui lo spiritoso, ma non è la coscienza, come verrebbe spontaneo pensare, piuttosto un angioletto, un putto amoroso che dà consigli umani più che divini, più pragmatici che spirituali. Fenomenale la battuta che fa padre Brendan quando lo sente continuamente parlare di Dio e sesso: “Mi meraviglia quanto spesso Dio venga nominato durante il sesso. In fondo anche tra i non credenti l’espressione più comune dell’estasi sessuale è ‘Oh Dio!’”. Il prete è solo un pretesto, sembra stia confessandosi invece il prete siamo noi, racconta a noi la sua storia
Si rende così necessario contattare una terapista che fa al caso: una terapista sessuale. Che lo possa istruire, fargli fare le prime esperienze. Ma l’evoluzione del rapporto con questa signora Cheryl porterà ad una situazione prima imprevedibile, fino a rendere difficile il proseguimento delle “lezioni”. Per la buona pace di tutti, la terapia finisce ma finalmente Mark non è più vergine e avrà modo di conoscere, anche se in una situazione drammatica, la donna che vivrà con lui, fino a quando la vita glielo permetterà.
La sceneggiatura è talmente spiritosa che sembra una commedia brillante sì da poter passare una serata a teatro. Invece è un racconto divertente di una storia drammatica e commovente. Si sorride con gli occhi umidi per le battute, per la storia e per la bontà d’animo del povero Mark.
Il personaggio di Helen Hunt, la terapista Cheryl, non parrebbe un terapista sessuale, piuttosto una psicologa che capirà tutto il suo dramma interiore e i problemi che erano nati nella sua adolescenza, quando la sorellina morì perché trascurata dalla mamma troppo occupata dalla sua malattia. Lui è come un bambino, non solo perché bisognoso di coccole ma anche perché le sue reazioni sono fanciullesche per i fallimenti e i successi che gli accadono. Che poi tutte, più o meno, si innamorino di lui è la dimostrazione che non ci si invaghisce sempre dei belli, ma dei simpatici: questa leggenda sembra veritiera!
La bravura di Helen Hunt è tale che è un errore di noi appassionati di meravigliarci tutte le volte che lei si esibisce. La sua bravura è la cosa più normale nei suoi film. Indubbiamente stavolta John Hawkes e William H. Macy aiutano alla riuscita della pellicola, perché sono veramente meravigliosi.
Come meravigliosa è la poesia che il poeta Mark lascia come eredità alla donne che hanno avuto la pazienza (e la fortuna) di amarlo: Amanda, una delle ragazze che lo accudivano, Cheryl la terapista e Susan, la volontaria dell’ospedale che vivrà con lui i pochi e ultimi anni.
              Ma è un film che parla d’amore, non di sesso, sia chiaro.

Poesia d’amore per nessuna in particolare
Lascia che io ti tocchi con le mie parole
Perché le mie mani giacciono flosce come guanti vuoti
Lascia che le mie parole accarezzino i tuoi capelli
Scendano lunga la tua schiena e ti solletichino il ventre
Perché le mie mani, leggere, che volano libere come mattoni
Ignorano la mia volontà
E rifiutano caparbiamente di realizzare i miei più segreti desideri
Lascia che le mie parole entrino nella tua mente recando fiaccole
Accoglile di buon grado nel tuo essere
Così che ti possano accarezzare gentilmente l’anima.
Mark O’Brien

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