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The Sessions - Gli incontri

Regia di Ben Lewin vedi scheda film

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La recensione su The Sessions - Gli incontri

di giancarlo visitilli
6 stelle

Di vero, questo meraviglioso film, ha tanto. Infatti, The Sessions è la vera storia del poeta e giornalista Mark O’Brien che, all’improbabile età di 38 anni, decide di perdere la sua verginità, in circostanze piuttosto complicate. Colpito dalla poliomelite da bambino, O’Brien trascorre gran parte del suo tempo in un polmone d’acciaio, a parte una manciata di ore a settimana. E’ difficile immaginare che possa condurre una normale vita sentimentale, ma Mark non vuole rinunciare. Con determinazione e tenacia pazzesca, l’uomo cerca nella tristissima vita quel briciolo di umorismo, che più possa essere vicino all’ottimismo e persino la fede. Nonostante tutto, vuole godersi la vita, il più possibile. Decide quindi coraggiosamente di smettere di sognare e, letteralmente, paga, con la vita e con cartamoneta, per l’amore, per riuscire a conoscere e a vivere l’intimità. Sapendo che, a prescindere da tutto, in due è più facile che si possa cambiare. Anche quando si è estranei.

Scritto e diretto dal polacco, Ben Lewin, The sessions è un film che nel nostro paese sfata un altro tabù: il rapporto tra disabilità e sessualità. E a tal proposito, è interessante il fatto che Mark sia un cattolico, quindi bloccato, nella sua ricerca dell’altro, non solo dalla sua malattia. Non sarà un caso se il suo punto di riferimento lo troverà in padre Brendan (l’unica nota stonata del film è l’interpretazione surreale di William H. Macy nelle vesti di un sacerdote), il suo confessore, che a botta di assoluzioni, nonostante il grande peccato che la vita ha riservato a Mark, cerca di non farlo sentire troppo in colpa rispetto alle modalità di vivere la sua sessualità. La parte più interessante del film è il percorso che Mark compie per riacquistare la proprietà del suo corpo, aiutato da una terapista sessuale che, in sei sedute, gli insegnerà a vivere bene la sua sessualità.

Il film a cui immediatamente ci riporta The sessions è senz’altro Quasi amici. Non si tratta di un capolavoro, ma di un film interessante, utile per pensare a ciò cui mai nessuno vuol farci pensare. La regia di Lewin è abbastanza lineare, forse per questo, anche se il film ha una giusta durata, una certa ripetitività, nella parte centrale del film, annoia. Manca nella scrittura di Lewin quella creatività che avrebbe dato una spinta in più al film per essere maggiormente goduto, pur non mancando una serie di battute interessanti (“Cosa pensi della penetrazione?” “Sopravvalutata, ma necessaria”), ma non memorabili. Come anche evidenteè una certa dose di maschilismo, che alcune volte rischia di essere pedante e finanche sgradevole. Splendidi gli interpreti, tra cui il sempre più bravo John Hawkes e la coraggiosa, in questo film soprattutto, Helen Hunt.

 Film da vedere, da discutere, da consigliare, lì dove l’amore è sempre negato a chi non è ‘normale’.

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