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Le diable dans la peau

Regia di Gilles Martinerie vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Le diable dans la peau

di alan smithee
8 stelle

Il mondo realista, opportunista e dunque inesorabilmente cieco degli adulti non riesce quasi mai a dialogare con la dimensione magica,  possibilista e piena di effervescenti opportunità dell'universo variopinto dell'infanzia. In mezzo ad una natura selvaggia e incontaminata che non si arrende alla civilizzazione ed avanza imperterrita a ricoprire spazi vuoti, e che nel film è qualcosa di ben più fondamentale che un affascinante scorcio pittorico, si consuma la guerra privata di Xavier, undicenne risoluto e determinato che si ribella in modo inaspettato alla notizia che, dopo , e imminenti vacanze estive, al ritorno a scuola il suo fratellino Jacques sarà destinato a lasciare il paesino per andare a frequentare una scuola speciale, dove potrà essere studiata la sua insolita personalità,  comprese meglio le sue tendenze che lo vedono ragazzino tenero ed indifeso che non accetta la propria inequivocabile sessualita',  rifiutando persino di accettarsi col proprio nome di battesimo, preferendo quello inequivocabilmente femminile di Mireille. Due orfani di madre impegnati in una fuga da un padre un po' rozzo e da una nonna amorevole ma impotente; una natura selvaggia appassionante e materna, accogliente nella sua inevitabilmente ruvida ma appassionata capacità di dare asilo. Una fuga più simbolica che duratura ed efficace, che non sarà sufficiente a scongiurare la tragedia che come una catapulta giunge inesorabile e crudele a risolvere in modo repentino, ingiusto e iniquo, tutti gli affanni di una umanità che non riesce a trovare la serenità neppure dinanzi ad uno scenario magico che le si para attorno, e di cui solo una mente bambina e genuina, ancora non corrotta e plasmata da infide regole del mercato e del profitto, sa intuirne la magia e la perfezione. Un film magico, drammatico e toccante.

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