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Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film

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La recensione su Venuto al mondo

di will kane
6 stelle

Quarto film da regista per Sergio Castellitto e secondo tratto da un romanzo della moglie Margaret Mazzantini:"Non ti muovere" fu un grande successo,di critica e pubblico,mentre il titolo successivo,"La bellezza del somaro",pur programmato per le festività natalizie due anni fa,non ottenne altrettanta fortuna.Qui si toccano argomenti non meno brucianti,come una maternità ricercata,con la natura che gioca contro,e l'immersione in una realtà orripilante,appena accanto alla nostra,come la guerra nella ex-Jugoslavia,uno dei momenti più atroci e vergognosi della Storia recente,con il carico di esecuzioni collettive crudeli e insensate,e gli stupri di massa per questioni razziali, e di vera sporcizia morale ed umana.Castellitto,che si ritaglia un ruolo piccolo,tre scene soltanto,ma che ha un peso decisivo in una particolare sequenza e come consigliere della protagonista,ha realizzato,questa volta,un lavoro che viaggia tra alti e bassi,con momenti che francamente lasciano perplessi se non contrariati (tutta la parte che coinvolge la psicanalista Jane Birkin,sarebbe stato molto meglio tagliarla al montaggio,fa perdere credibilità al film),e altri che prendono lo stomaco dello spettatore e lo conducono ad appena un passo dalla sua coscienza,e riescono ad attanagliarne l'attenzione,come quasi tutta l'ultima parte del racconto.Un film che non era facile,ambizioso,anche urticante,con una recitazione degli interpreti spesso sopra le righe,anche se la Cruz fornisce una prestazione di livello,così come quello che interpreta il personaggio apparentemente più facile da leggere,come Adnan Haskovic,e invece si assume responsabilità e peso di traghettatore da presente a passato,per ricordare che le conseguenze di una guerra rimangono comunque addosso a chi l'ha vissuta. Sicuramente "Non ti muovere" al regista e interprete era venuto meglio,forse anche per la maggior semplicità della storia,qui non era semplice far tornare tutto,ma gli va dato adito di aver voluto parlare,con mezzi di prim'ordine ed un cast di fama internazionale,di una tragedia che l'Europa,e molto del mondo occidentale,ha sottovalutato inizialmente,e fatto finta di non vedere poi,come un conflitto di una barbarie inaudita appena fuori dalla nostra porta,ma non dalla nostra portata.

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