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Woman

Regia di Lucky McKee vedi scheda film

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La recensione su Woman

di pazuzu
8 stelle

Con i romanzi Off Season ed Offspring (pubblicati rispettivamente nel 1980 e nel 1991) lo scrittore statunitense Jack Ketchum diede vita ad una feroce tribù di cannibali composta per lo più da ragazzini ed atta a seminare il panico dalla costa nordorientale degli Stati Uniti fino al Canada massacrando gli adulti per farne cibo e rapendo i bambini (meglio ancora se poppanti) per ingrossare le fila della propria fanteria e garantirsi una discendenza. Il secondo divenne un film nel 2009, diretto da Andrew van den Houten sullo script dello stesso Ketchum. The Woman è il terzo episodio di questa che, prendendo a riferimento la località in cui i fatti si svolgono, è stata denominata Dead River Series: scritto a quattro mani con il regista Lucky McKee ed edito nel 2010, il romanzo è divenuto presto una sceneggiatura (anch'essa elaborata in tandem) e quindi un film (diretto, ovviamente, da McKee e prodotto dallo stesso van den Houten), e parte esattamente da dove il precedente s'era fermato, ma prendendo da subito una direzione inattesa.

«Non lasciare mai che le emozioni abbiano la meglio su di te»
.

L'unica superstite del clan di predatori che ha insanguinato Dead River, nel Maine, è la donna che ne era a capo: si nasconde nei boschi, ferita ad un fianco, vestita di stracci ed armata di coltello. Quando Chris Cleek, un abitante della zona, durante una battuta di caccia in solitario la avvista e la segue fino alla grotta che le funge da rifugio, ha già pronto per lei un programma personalizzato. Avvocato di successo e proprietario di un importante studio legale, è tra le mura domestiche che costruisce il suo progetto più ambizioso: una famiglia rigidamente patriarcale nella quale all'erede maschio sono riservati un trattamento preferenziale che sa d'investitura ed un'educazione al comando che è un invito al sopruso e alla sopraffazione, mentre le femmine sono trattate come cani ammansite e costrette alla cieca obbedienza. Così mentre il figlio Brian cresce a sua immagine e somiglianza dando quotidianamente saggi di sadismo e cattiveria, la moglie Belle prende ordini e botte assecondando servilmente ogni suo desiderio, mentre la figlia maggiore Peggy sprofonda nella depressione isolandosi dai compagni di liceo ed ignorando l'offerta di aiuto di una professoressa preoccupata dai suoi silenzi, e la minore Darlin' prova a sfuggire alla solitudine e alla monotonia cercando nelle voci provenienti da un vecchio mangiacassette il calore umano che non percepisce altrove.
Eccitato dall'idea di aggiungere un nuovo elemento alla propria collezione di nature morte, Chris decide di catturare quella donna dall'aspetto primitivo, ma non prima di esser tornato a casa per ordinare a Belle e ai ragazzi di fare pulizia nello scantinato: è qui infatti che sceglie di segregarla ed incatenarla, è qui che intende tenerla per ammaestrarla; ma già alla prima ispezione lei si mostra molto poco accomodante, tranciandogli di netto con un morso un paio di falangi del dito anulare sinistro, inghiottendole e sputando l'anello nuziale, costringendolo a sua volta ad utilizzare maniere ancora più forti per farla tornare a chinare il capo.
Benvoluto e perfettamente integrato nella comunità cittadina, l'uomo si erge a portatore sano di istanze tanto lucide quanto malvagie e perverse una volta all'interno dei propri confini, e, guidato da un ego tirannico e mostruoso e da una misoginia spudorata ed autentica, cela dietro proclami di facciata la propria urgenza di potere e di dominio, giungendo ad inserire forzatamente, nel contesto di una famiglia già pesantemente disfunzionale, una donna allo stato brado, per sé trofeo e vittima sacrificale, la cui presenza sconvolgerà progressivamente ogni equilibrio, inducendo una catena di azioni e reazioni il cui esito non potrà che essere tragico.
Presentato al Sundance Film Festival 2011, The Woman è un film sgradevole e scioccante, disturbante ed estremo, sostenuto da una sceneggiatura solida ed una regia sicura, abili nel disegnare i caratteri dei personaggi attraverso dialoghi sempre significativi, nel dosare la tensione e la violenza facendole procedere di pari passo in un crescendo che culmina in una mezzora finale angosciante e brutale, e nel valorizzare l'insolita colonna sonora di Sean Spillane, le cui ballate indie rock sono chiamate a far da raccordo a brevi circuiti narrativi o da sottofondo a singole scene anche molto crude, cercando ed ottenendo un effetto straniante che ben si sposa con un'atmosfera malata e morbosa.
Tra gli attori sorprende Sean Bridgers, la cui faccia da pazzo sadico lo rende perfetto per la parte del protagonista maschile, convince Angela Bettis, catatonica e inquietante nel ruolo della moglie succube, e spaventa Pollyanna McIntosh, imbruttita e imbrattata di fango, rabbiosa e minacciosa donna delle caverne.

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