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We Can't Go Home Again

Regia di Nicholas Ray vedi scheda film

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La recensione su We Can't Go Home Again

di tafo
10 stelle

" Penso che il cinema sia arrivato al punto più basso della sua storia. Non ne so il motivo, ma mi sconcerta. Mi abbatte vedere l'ignoranza del mezzo. Non riescono a tradurre in sala di montaggio quello che è successo sul set. Nel cinema c'è un immensa fluidità e flessibilità, ma questa abbondanza sembra inibire il regista inesperto, impedendogli di inserire nel film quello che gli serve. (...) Non vedo l'ora che ci sia un regista in ogni famiglia, il giorno in cui le forme della comunicazione non saranno  limitate alla parola o alla pagina scritta, quando ogni ragazzo potrà provare a esprimere qualcosa di suo, quanto ne sarà arricchito il suo quartiere, o anche solo il suo caseggiato" ( Nicholas Ray )

Quante cose ci sono dentro l'ultimo film di Nicholas Ray, youtube e i filmmaker, la necessità di non prendersi mai sul serio come maestro e la volontà di affermare la propria lucidità mai sobria. Quando fai un film così puoi essere solo un grande perchè hai capito la vera essenza del mezzo, hai capito la differenza tra fare il regista e essere un uomo che fa cinema. Rispettare lo spettatore significa non fargli spegnere mai il cervello stimolandolo senza ricorrere a scorciatoie narrative, che riempiono lo schermo, bisogna invece usare lo schermo sezionandolo e giocando con i colori, esprimendo così tutta la potenza visuale del cinema. Non si può tornare a casa per essere seri e condannati a fare i registi, costretti a riprodurre la banalità, accontentandosi della normalità che distrugge ogni spinta artistica. Non si può tornare a casa se nella propria testa si agita il sacro fuoco della ribellione dove la causa c'è ed è quella  di trasferire l'arte ai propri alunni e di conseguenza  a noi. Non si può tornare a casa se si è stati Nicholas Ray se si è fatto un film che è il cinema, nel suo essere ritrovo di sovrapposte fluidità che nel loro intrecciarsi si sedimentano nella nostra fantasia apparendo sempre moderne e mai ammiccanti. Le immagini, come le emozioni, devono essere libere di fluire quando e come vogliono per poter ricominciare da un altra parte senza mai interrompere la ricerca di uno spettatore sveglio che sappia compiere nel più breve tempo possibile il percorso pubblico-attore-autore. Nell'epoca della possibilità della produzioni di immagini spetta solo a noi capire cosa tagliare quando interrompere, cosa mettere nei nostri film, per esprimere le nostre emozioni con la voglia di non potere andare a casa di nuovo.

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