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Workers. Pronti a tutto

Regia di Lorenzo Vignolo vedi scheda film

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La recensione su Workers. Pronti a tutto

di supadany
4 stelle

Il lavoro, o meglio la mancanza dello stesso, è con ogni probabilità il problema che più afflligge l’Italia di oggi, giusto quindi che il cinema lo affronti anche con declinazioni da commedia, ma è altrettanto certo che venga richiesto un approccio diverso rispetto a quello utilizzato dal regista Lorenzo Vignolo e, ancora di più, dallo sceneggiatore Stefano Sardo.

Tre storie con qualche contatto e due narratori comuni.

Nella prima, intitolata “Badante”, Giacomo (Alessandro Tiberi) per non essere sfrattato accetta di assistere Mario Spada (Francesco Pannofino), quest’ultimo però ha un carattere che mette a dura prova la sua già non troppa pazienza.

Nella seconda, intitolata “Cuore toro”, Italo (Dario Bandiera) si fa passare per chirurgo per conquistare la bella Tania (Daniela Virgilio), ma le bugie hanno le gambe corte.

Nella terza, intitolata “Il trucco”, Saro (Paolo Briguglia) convince la titubante Alice (Nicole Grimaudo) a fingersi sua moglie dinnanzi alla sua famiglia di malavitosi.

 

 

Abbastanza divertente, ma scarsamente coeso, con difetti più o meno diversi ed accentuati in ogni episodio ed una evidente difficoltà nel lasciare un segno deciso.

Nel primo episodio Francesco Pannofino è a suo agio nei panni di un perfido disabile, il rapporto tra i due protagonisti non demerita (con un richiamo, vista la situazione, a “Quasi amici” che appare piuttosto pianificato), ma la conclusione è anonima e l’approdo alla stessa non fa certo gridare al miracolo.

Nel secondo si registra di base il brutto esempio dell’amore condizionato dalla situazione lavorativa (e quindi sociale), Dario Bandiera fatica ad emergere ed il dietro front (inevitabile) non è certo frutto di una costruzione degna di tal nome.

Nel terzo si dimostra ancora una volta quanto sia complicato scherzare con la morte, un po’ si ridacchia per le dinamiche paradossali che si susseguono, ma ancora una volta si scivola quando arriva l’ora di chiudere il discorso.

Un insieme quindi un po’ pigro, non manca la buona volontà, purtroppo pecca un po’ (troppo) di qualità con approssimazioni sparse che ledono il risultato d’insieme che quindi è soprattutto deludente seppur qualche (breve) frangente più che dignitoso ogni tanto faccia la sua comparsa.

Anche lo spettatore è spesso “pronto a tutto”, ma la prossima volta si spera in qualcosa di meglio di quanto visto in questa circostanza.

Traballante. 

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