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On the Road

Regia di Walter Salles vedi scheda film

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Utente rimosso (ilmortodifilm)

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La recensione su On the Road

di Utente rimosso (ilmortodifilm)
4 stelle

Dopo alcuni tentativi non riusciti, ha fatto capolino sul grande schermo la trasposizione del riconosciuto capolavoro di Jack Kerouac “Sulla strada”.

Ci aveva già provato lo stesso autore contattando Marlon Brando per il ruolo di Dean (e chi meglio di lui?) ma alla fine tutto sfumò.

È arrivato quindi il turno del brasiliano Walter Salles, che con l'ottimo “I diari della motocicletta” aveva dimostrato di saperci fare con i road movie ma, ahimè, la proverbiale ciambella senza buco non ha indugiato a materializzarsi sulla tavola dei molti amanti del romanzo, apparecchiata ormai da un bel po'.

 

Eh si, c'era molta attesa per l'uscita di questa pellicola che, almeno per quanto mi riguarda, si è rivelata un sonoro flop.

Nello specifico, la narrazione procede molto piatta, a tratti noiosa, rispetta passo passo la frammentarietà del romanzo ma senza riuscir mai a creare un'amalgama che non faccia sembrare il tutto come un collage di aneddoti slegati tra loro.

Salles poi svuota il testo originale di ogni approfondimento caratteriale dei protagonisti, sembra non voler neanche provare a ricercare le cause più intime del loro disagio e la meta ultima del loro viaggio, come ad esempio la ricerca del padre di Moriarty, e con lui di un mondo che non c'è più, sbolognata in 2 sequenze e 4 battute.

Sembrano così solamente dei ragazzi nullafacenti che vagano per l'America in cerca di sesso e trasgressione dove perfino il rapporto di amicizia tra Dean e Sal risulta troppo falso e caricaturale.

 

Buone le interpretazioni di Garrett Hedlund e Kristen Stewart, la cui languida “monoespressione” stavolta ci azzecca molto nel personaggio di Marylou. I ragazzacci tuttavia danno più l'idea di essere nostri contemporanei piuttosto che ventenni degli anni 40 e in generale l'atmosfera del periodo non è quasi mai percepibile. Oltre alle poche, ma ben riuscite, sequenze dei locali jazz, ci ricordiamo di essere finiti 60 anni indietro nel tempo solo grazie alle auto d'epoca e i reggiseni della Stewart.

 

Tornando al jazz, la colonna sonora sarebbe molto buona, avrebbe potuto essere la ciliegina sulla torta, coinvolgendo lo spettatore con quelle note così bollenti, libere e sensuali che infuocavano gli spiriti di Kerouac e soci.

Già, una torta che sa di ribellione, di trasgressione, del tumulto che ardeva nell'animo di quei ragazzi alla ricerca della loro strada in un mondo nuovo, del bisogno di ogni eccesso e la simultanea necessità di trovare o mettere le proprie radici.

Una gran buona torta insomma. Ma dal forno è uscita solo una ciambella senza buco.

Se ti è piaciuto, non ti è piaciuto, vuoi commentare o semplicemente insultarmi, visita il mio blog qui: http://ilmortodifilm.wordpress.com/

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