Regia di Shunji Iwai vedi scheda film
Coco, Tsumuji e Satoru sono folli. Lo dimostrano non tanto le loro specifiche ossessioni quanto la distanza che hanno preso dalle esistenze proprie e da quelle degli altri: un distacco scettico ed altezzoso che li porta ad attraversare la vita utilizzando i percorsi proibiti e sospesi sul mondo, come le sommità dei muri, i cornicioni, i ponti ferroviari. Nel loro singolare cammino, che rifiuta il contatto col suolo, si muovono come lungo la linea dell’orizzonte, lungo il confine che separa la salvezza dalla dannazione, quasi fossero angeli giunti sulla terra ad annunciare l’Apocalisse. Nelle loro anime, la distinzione tra il bene e il male, tra l’amore e l’odio, e anche tra l’umano e il divino, è completamente saltata, considerando gli atti di cui si sono resi colpevoli: per questo motivo il loro vagabondare, che si libra spregiudicato al di sopra della normalità, è la cinica espressione di una libertà finale, in cui l’individuo si è affrancato dalla schiavitù della coscienza, ed è quindi pronto per il passaggio ad un’altra dimensione. I tre protagonisti, in seguito alla lettura del Vangelo, si convincono che la fine di tutto sia imminente: un presentimento che induce in loro un senso di grande leggerezza, come la promessa di una rivoluzione universale che, livellando il creato, elimini anche le differenze tra gli esseri e i luoghi, abolendo i divieti, le segregazioni, i pregiudizi che sono costretti a subire. Il loro picnic è una gita per assistere alla distruzione dell’universo, alla morte del sole, che dia origine alla notte eterna,: un buio totale in cui Tsumuji non vedrà più comparire il fantasma dell’uomo che ha ucciso, e in cui Coco non avrà più bisogno di coprirsi di piume di corvo e tingersi gli abiti di nero. In questo film si coglie tutto il tragico romanticismo dei diversi, che vagheggiano l’estremo e l’impossibile, perché nella realtà è negata loro ogni via d’uscita: essi non possono fuggire dal mondo, perché ne sono già fuori, né possono trovare riscatto nei sogni che, per loro, hanno il solo effetto di riaccendere la temibile fiamma dei ricordi.
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