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I pinguini di Mister Popper

Regia di Mark Waters vedi scheda film

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La recensione su I pinguini di Mister Popper

di mc 5
10 stelle

Anche se non interesserà ad alcuno, vorrei chiarire il motivo del recente diradarsi di queste mie recensioni. Il problema è banale quanto difficilmente contrastabile. E' che l'estate che stiamo vivendo (e in particolare la settimana in corso) è talmente torrida da inibire nel sottoscritto la formulazione di qualunque genere di idea o pensiero. Negli  ultimi tre-quattro giorni l'afa si è fatta insostenibile e non solo lo stendere una recensione mi è divenuto impossibile, ma anche ogni minima azione quotidiana mi era diventata un peso. A farne le spese è stata anche questa deliziosa commedia famigliare che ho visto una settimana fa, e il riferirne solo ora, a tanti giorni di distanza, comporterà probabilmente qualche lacuna a livello di memoria. Diciamo che il film mi ha divertito parecchio, a fronte del massacro subito dalla gran parte dei critici italiani, che lo hanno punito senza appello giudicandolo risaputo e prevedibile. Mi par di capire che si imputa a Jim Carrey (e ovviamente al regista Mark Waters) di aver realizzato un'opera troppo scontata, puntando sulla "bocca buona" di un pubblico di bambini e famiglie, con l'obiettivo di "vincere facile" contando sugli animaletti buffi che fanno ghignare i ragazzini a colpo sicuro. Il critico di "Repubblica" ha scritto che (riassumo ma fedelmente) "Jim Carrey non perde il vizio di voler portare sullo schermo libri per bambini e forse è anche per questo che stavolta il box office USA non lo ha premiato". A parte il fatto che in Italia il film è ora in vetta alla classifica, non mi pare che l'esser castigato dal box office americano sia di per sè indice di scarsa qualità. E' vero che in patria il film non è stato premiato dagli incassi...ma non sarà che quel tipo di commedia è stato soppiantato nei gusti del pubblico americano da un altro tipo di intrattenimento umoristico, in cui i sentimenti tradizionali sono stati superati da uno sguardo molto più cinico sui rapporti umani? Io credo che il problema stia proprio qui. Un cinema che parla di buoni sentimenti e di valori etici o morali è stato forse sostituto da un "cinema-canaglia" che titilla un'attitudine insita in molti di noi alla volgarità e alla furbizia. E facciamolo questo nome. Judd Apatow. Questo signore (che io sono solito definire "l'uomo nuovo più vecchio di Hollywood") ha cambiato i meccanismi del gioco. Potremmo discutere per ore (e non lo faremo) se Apatow sia poi così "ribelle" o se (con mossa astuta e raffinata) il suo cinema non sia in realtà un'esaltazione mascherata del solito bacchettonismo yankee. Fatto sta che assistiamo al trionfo al botteghino di tante commedie comiche americane che esaltano la volgarità e un certo libertinismo piuttosto cheap, e che sono moderne e realistiche solo nel senso che vanno direttamente incontro ai gusti di un pubblico di massa che si è fatto anch'esso più cinico e smaliziato, come dimostra il successone di "Notte da leoni" che sta ispirando a man bassa gli sceneggiatori di Hollywood. Non c'è dunque più spazio per un cinema comico tradizionale ?(stavo per dire etico o buonista, ma sarebbero parsi termini spregiativi...). Ebbene, io ritengo che un cinema che intrattenga i giovani su valori come amicizia e solidarietà (e solidarietà non è andare a puttane tutti insieme...), abbia ancora un senso. Un cinema che conti su gag divertenti ma non sboccate, che attenga ai valori migliori degli uomini senza doversene vergognare, pur senza lesinare in battute e situazioni comiche. Se posso fare un esempio recente, potrei citare quel gioiellino che è stato "Paul", di Greg Mottola, con la coppia formidabile Simon Pegg e Nick Frost: ecco un altro film americano accomunato ai "Pinguini di Mr.Popper" da una ricerca della risata in totale assenza di volgarità e dalla difesa di valori primari quali generosità, amicizia e tolleranza. Per chiudere questa lunga digressione, vorrei solo aggiungere che quando vedo affermarsi un cinema anti-buonista e politicamente scorrettissimo, mi chiedo subito in che misura questa tendenza sia solo la semplice risposta ad una momentanea esigenza di mercato. Ma torniamo al nostro film. La vicenda è molto semplice e ne consiglierei la visione nell'ottica di una specie di favola moderna. Un frenetico quanto estroso uomo d'affari (Popper-Carrey) riceve in eredità dal padre esploratore appena defunto una misteriosa cassa contenente un pinguino, e poi subito dopo un'altra ancora che ne contiene altri cinque. Come si può immaginare, i sei animaletti mettono a soqquadro la casa ed innescano un meccanismo che modificherà anche le scelte di vita dell'uomo, sia incidendo sulla sua attività professionale, sia rinsaldando gli affetti di una famiglia che pareva ormai sfaldata. Tutto qua. Chiaro che una sceneggiatura del genere basandosi principalmente su gag tutto sommato prevedibili, non pretende di essere sorprendente. Ciò detto, però ci sono molteplici elementi in gioco che rendono piacevole la visione. Innanzitutto l'utilizzo che il regista fa dei pinguini, sia impiegando le moderne tecniche digitali, sia riprendendo in modo perfetto la "gestualità" naturale di questi bipedi che proprio per questo sono amatissimi dai bambini (ma anche gli adulti s'inteneriscono!). Insomma, il loro incedere buffo e i loro movimenti curiosi sono ripresi sfruttandone al massimo le potenzialità comiche con effetti esilaranti. E poi, animali a parte, qui c'è un cast davvero formidabile, con in testa un Carrey stratosferico. Una cosa che ho notato nei dialoghi è che essi sono in qualche caso impreziositi da riferimenti curiosamente raffinati e che temo solo una ristretta parte di pubblico potrà cogliere e gustare, riferimenti che peraltro tendono a nascondersi nella raffica incontenibile di battute espresse dal nostro Jim. Per esempio Carrey ad un certo punto allude (beatlesianamente!) ad una certa "Lucy nel cielo coi diamanti"...oppure in una frase cita Howard Hughes....ma il massimo è quando imita (nella postura e nella voce) il mitico James Stewart. Molto poetica è poi l'immagine dei pinguini che seguono affascinati le sequenze di un film di Charlie Chaplin raccolti davanti ad uno schermo. Senza contare poi un prologo assolutamente lirico e potente nella sua infinita dolcezza: quando assistiamo ai dialoghi attraverso una stazione radio tra il Carrey-bambino e il padre esploratore (e nessuno si azzardi a parlare di buonismo!). In un cast brillantissimo tante sono le stelle che risplendono. Una affascinante Carla Gugino e una guest specialissima come Angela Lansbury, entrambe bravissime. Tra una quantità di ruoli secondari tutti interpretati da attori eccellenti, lasciate che io segnali con viva soddisfazione la presenza di due vecchi e noti caratteristi di Hollywood: Phillip Baker Hall (è il "socio" anziano Franklyn) e Jeffrey Tambor (è il cliente che, all'inizio del film, viene sottoposto da Carrey ad un irresistibile "trattamento teatrale"). E mi permetto di concludere questa recensione innalzando il mio personale monumento a Jim Carrey, non solo un comico fra tanti comici, ma uno dei più grandi attori viventi. Jim, ma tu quante vite hai vissuto? Ricordo che, qualche secolo fa, suggestionato dalla tua performance in "The Mask", provavo davanti allo specchio ad imitare le tue incredibili smorfie di gomma...Ricordo il tuo volto devastato nell'infelice esperienza horror di "Number 23"...Ricordo mentre ti facevi largo nell'avventura del "Truman Show"... Ricordo l'infinita malinconia del tuo rapporto con Kate Winslet in "Eternal Sunshine"...Ricordo di quanto mi sono divertito nel vederti flirtare con Zooey Deschanel in "Yes man"...ma soprattutto ricordo il tuo personale affetto-ammirazione (peraltro da me condiviso) per Andy Kaufman finalmente realizzato in "Man on the moon". Insomma Jim, si può sapere chi sei veramente? E quante volte sei morto e per poi rinascere? Nell'attesa di una tua risposta, ti abbraccio fraternamente. Tu sei l'Attore.
Voto: 10

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