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Paul

Regia di Greg Mottola vedi scheda film

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La recensione su Paul

di supadany
8 stelle

Un on the road fantascientifico demenziale, una formula ardita che mescola elementi di un cinema del passato (molte cose sono saccheggiate, e bene assai, a piene mani dagli anni ottanta) con altri più recenti anche grazie alla collaudata coppia costituita da Simon Pegg e Nick Frost, che qui si giova di un terzo incomodo tanto sboccato quanto amichevole e di buon cuore, come la tradizione della migliore commedia moderna vuole.

Graeme (Simon Pegg) e Clive (Nick Frost) sono due grandi amici che in camper stanno attraversando le zone dell’america dove ci sono stati più avvistamenti di ufo, quando si imbattono in Paul, un alieno in fuga.

Quest’ultimo parla in maniera gioviale e dopo qualche difficoltà iniziale i tre cominciano una fuga, pedinati dai federali che vogliono riprendersi l’alieno.

Sulla loro strada troveranno anche nuovi compagni di avventura, ma anche altre persone che si metteranno alle loro calcagna.

 

 

Film che vanta tante buone carte da giocarsi e lo fa al meglio con continue sorprese e soprattutto tantissimi momenti gustosamente divertenti.

Così dopo i primi dieci minuti sostanzialmente un po’ anonimi, con l’incontro dei “nostri” con Paul parte un festival di battute, situazioni tragicomiche, inseguimenti, ma anche insegnamenti.

Infatti se il maggior pregio del film è quello di far ridere parecchio, grazie anche ad un citazionismo molto ricco (“The Blues brother”, “L’ispettore Callaghan”, “E.T.”, “Guerre stellari”, “Alien” e tanti altri a ruota), in mezzo a parolacce e chiappe al vento, ci sono anche parecchi messaggi da non trascurare, per esempio contro il bigottismo religioso, per cui senza prendere posizioni (anche se il film lo fa, visto che insiste pure nel finale, ma d’altronde c’è chi ha la testa dura) si può dire che in generale bisogna aprire gli occhi e pensare con la propria testa senza fermarsi mai di fronte a presunti dogmi o alle apparenze (senza per questo passare per forza da zero a cento come accade alla dannatamente intelligente e sprezzante Kristen Wiig).

Questo senza tralasciare altruismo e fratellanza, elementi più semplici, ma da non scartare mai, di cui il film è ricco.

E la ciliegina sulla torta è un finale pirotecnico con colpi di scena (grande Sigourney Weaver che sta al gioco cambiando sponda rispetto agli storici “Alien”) che chiude alla grande una sequela di gags, gustosi riferimenti, inseguimenti ed incontri.

Così, dopo “Adventureland”, Greg Mottola supera a pieni voti la prova del nove, trovando l’alchimia vincente tra le varie componenti della sceneggiatura, con un cast ricchissimo e vincente (con anche alcune inaspettate sorprese positive a tante conferme) e … gli alieni.

Spregiudicato e vincente, un nuovo piccolo cult.

 

Greg Mottola

Conferma quanto di buono fatto già vedere in "Adventureland".

Ottimo ritmo, bravo ad incasellare le gags ed a sfruttare il notevole materiale umano a sua disposizione.

Simon Pegg

Sempre molto simpatico, non ai suoi massimi, ma in questa circostanza deve condividere lo spazio con più validi interlocutori del solito.

Garanzia di divertimento.

Nick Frost

Brillanti come sempre i suoi duetti con Pegg che qui godono di un terzo incomodo davvero indovinato.

Simpatico.

Jason Bateman

Meglio del solito, anche il ruolo che non è proprio quello che sembra lo aiuta parecchio.

Discreto.

Kristen Wiig

Conferma di essere una pazza scatenata.

Brillante la parte che si presta pienamente alle sue corde, anzi le permette di scatenarsi in un crescendo decisamente azzecato.

Bill Hader

Sa come andare sopra le righe e non si fa certo pregare per andarci.

Più che discreto.

Mia Stallard

Nel (breve) ruolo della bimba che vede gli alieni.

Sufficiente.

Sigourney Weaver

Sta saggiamente al gioco, per tutto il film se ne sente solo la voce, ma quando mette piede in scena lo fa come si deve.

Grandissima.

Jeffrey Tambor

Due comparsate, ma fatte come si deve.

David Koechner

Parte molto limitata per lui.

Joe Lo Truglio

Valida spalla di Bill Hader.

Adeguato alle circostanze.

John Carroll Lynch

Presenza fugace, ma azzeccata.

Steven Spielberg

Grandissimo a prestarsi e condividere al telefono la creazione di uno dei suoi personaggi cinematografici più popolari.

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