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L'amore all'improvviso. Larry Crowne

Regia di Tom Hanks vedi scheda film

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La recensione su L'amore all'improvviso. Larry Crowne

di mc 5
6 stelle

Nell'ultimo weekend è uscita una caterva di film, molti dei quali rivestendo ciascuno a suo modo un qualche interesse, ma è evidente che Spielberg col suo rutilante Tin Tin ha oscurato ogni altro titolo (escludendo le "commedie coi comici italiani" che quelle si sa che funzionano sempre) . E dunque è capitato che un film che vede Tom Hanks nella tripla veste di protagonista-regista-sceneggiatore sia stato relegato un pò in un angolino mentre qualche anno fa avrebbe richiamato su di sè ben altre luci e riflettori. Nonostante le recensioni tiepide e cattivelle incassate (vedremo dopo quanto meritate) io devo dire che mi sono divertito e che ho trovato l'ennesima conferma del formidabile talento istrionico del divo statunitense. Il film ha un inizio azzeccato e brillante, peraltro di un certo impatto emotivo, dato che si colloca perfettamente nell'attuale sconfortante momento di crisi globale che ha fatto danni enormi nel mondo del lavoro anche in America. Larry è una sorta di "fedele servitore" del supermercato dove da anni egli lavora, un dipendente serio e lavoratore instancabile. Ironia dalla sorte, verrà espulso dal mercato del lavoro con una sonora pedata nel culo. Un bel mattino viene convocato dai responsabili che -senza alcun tono aggressivo ma con spietato formale rigore- gli comunicano il licenziamento. Il motivo -non so dire quanto verosimile, ma poi bisogna vedere le regole americane come sono- rientra in una ferrea logica aziendale secondo cui i dipendenti non laureati (o che comunque non si sono mai iscritti all'università) non sono graditi in quanto evidentemente non ambiscono ad un percorso evolutivo aziendale (carriera). Superfluo dire che ad un ultracinquantenne che si trova a spasso, il mondo gli crolla addosso, col solito umiliante corollario di via crucis di colloqui di lavoro tutti inesorabilmente inutili. Ed è a questo punto che il film comincia a prendere una piega insospettata, che molti attribuiscono alla notissima Nia "grasso grosso matrimonio greco" Vardalos, qui co-sceneggiatrice: Larry reagisce scegliendo di puntare sull'ottimismo e sulla fiducia nel futuro. Quel che segue è un concatenarsi di eventi positivi che gli piovono addosso dal momento in cui Larry (ebbene sì) decide di iscriversi ad un paio di corsi universitari. Potrà sembrare zuccheroso o favolistico (e in effetti lo è) ma il nostro uomo rinasce a nuova vita. Il contatto con una compagnia di giovani allegri e simpatici (forse un tantino fancazzisti ma non vorrei infierire su questo dettaglio) comunica a Larry una scossa benefica che gli dà l'input giusto per affrontare la sua nuova SFIDA. E qui gli spunti per ricamarci sopra commenti ironici non mancherebbero. A partire dall'accennata propensione di quei ragazzi (peraltro accomunati dalla passione per gli scooters) alla pratica dell'esercizio dell'ozio, definiamoli infatti dei simpatici perdigiorno. Costoro accolgono questo buffo cinquantenne tra le loro fila, trasmettendogli una brillantezza e un coraggio che non sapeva di possedere, dopo una vita da dipendente rassegnato e fantozziano. Egli si trova a suo agio in questo nuovo percorso di apprendimento, ci si butta a capofitto, anche perchè si invaghisce di una bella docente (Julia Roberts) che oltretutto lui ha la fortuna di incontrare in un momento pessimo della vita di lei, che è alle prese con un marito bastardissimo che le sta rovinando l'esistenza. Uno spettatore a caso potrebbe legittimamente chiedersi: come diavolo è possibile che un film che prende le mosse da un evento così autentico come un drammatico licenziamento, si sposti radicalmente verso un registro da commediola in cui assistiamo alle schermaglie di due cuori in ambasce in attesa che Cupido scocchi il suo dardo? Come prima accennavo, alcune indiscrezioni annunciano che questa robusta virata romantica sarebbe frutto dell'impostazione voluta da Nia Vardalos in sede di sceneggiatura. Detto che anch'io nutro su questa scelta sensibili perplessità, vorrei però aggiungere che essa è ampiamente controbilanciata da un paio di considerazioni positive. La prima è di carattere personale. Posso dire di essermi riconosciuto in molti aspetti del personaggio di Larry Crowne. Nel senso che, anch'io come lui non più ahimè giovanissimo, mi trovo spesso (nell'ambito delle mie passioncelle per il cinema e per la musica) a frequentare persone molto più giovani di me, il che credo mi faccia bene perchè mi aiuta a contrastare una mia naturale inclinazione al pessimismo. E poi c'è un altro aspetto che vorrei sottolineare con forza. Io ho trovato il film di Hanks molto "Obamiano". Cioè permeato di quel buon senso da cittadino medio (NON mediocre!!), da persona normale, coi piedi per terra. Certo, siamo in una realtà romanzesca, in modalità fiction, ma che riesce ad essere brillante e a fornire spunti comici che non travalicano mai i confini del buon gusto. Una realtà in cui non c'è bisogno di pigiare l'acceleratore o di forzare i caratteri dei personaggi. E questo evidentemente perchè Hanks è persona di un certo stampo, probabilmente vincolata ad un cinema e ad una visione della realtà (obamiana?) dove i legami tra le persone, la solidarietà, il rispetto, sono dei Valori. Tutto l'opposto di quella comicità volgare, canagliesca e cinica che impera adesso ad Hollywood, e non necessariamente solo presso le major ma anche tra gli indipendenti. Insomma lo stile classico e un pò all'antica contro quello che tende ad abusare del politicamente scorretto (rischiando una sorta di conformismo anarcoide). E veniamo all'ottimo cast. Tom Hanks è una garanzia. Adoro quella sua faccia "un pò così", quelle sue espressioni stupite da uomo della strada, umanissimo, vulnerabile e un pò bambino. E non c'è bisogno che adesso qui io ricordi di cosa è stato capace quest'attore strepitoso (dal "Soldato Ryan" a "Philadelphia"). Julia Roberts, paradossalmente, è la sola nota (parzialmente) stonata. C'è chi la definisce un'attrice ormai bollita...forse questo è eccessivo ma è chiaro che la Roberts negli ultimi tempi sta interpretando film di cui non è convinta, ruoli in cui non crede e, mi spiace per lei, ma il suo disagio si percepisce. Intorno a loro ruota un vortice di caratteristi formidabili. Tipo "Cedric the Entertainer", da noi semisconosciuto, ma tutto mi fa pensare che sui canali tv USA costui sia popolarissimo. Bella sorpresa è poi ritrovare Bryan Cranston nel ruolo del marito bastardo della Roberts: lo avevamo appena ammirato pochi giorni fa nel cult "Drive", dove impersonava un magnifico loser, un proprietario di autorimessa che fa una brutta fine. E infine mi sia concesso rimarcare la mia gioia per la sorpresa più gradita di questo cast. Ho ritrovato infatti uno dei personaggi di culto della mia passione cinefila, una donna che per decenni ha esibito un carisma e un fascino pazzeschi. Certo gli anni passano per tutti, ma io l'adoro più che mai. Sto parlando di Pam Grier, ex regina incontrastata del cinema della cosiddetta Blaxploitation.Concludendo. Non un gran film. Ma un film piacevole, questo senz'altro.
Voto: 7

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