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Main Street

Regia di John Doyle vedi scheda film

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La recensione su Main Street

di Stuntman Miglio
4 stelle

Durham, piccola ed anonima cittadina del North Carolina, è il perfetto emblema della provincia americana : povera e senza prospettive. Mentalità chiusa, scarsissime opportunità lavorative, ed una classe dirigente inerme costringono i giovani alla fuga verso le grandi metropoli o li confinano a lavori alienanti e senza sbocchi. Chi, come le persone più anziane e mature, ha visto il centro abitato sfiorire lentamente e franare su sè stesso vorrebbe fare qualcosa per risollvarne le sorti ma che cosa ? Quando in paese arriva un misterioso texano in cerca di un immobile da usare come magazzino, Georgiana Carr e sua nipote Willa si dicono disponibili a dare in affitto una loro proprietà salvo poi tirarsi indietro nel momento in cui apprendono che le merci da stoccare sono fusti di rifiuti pericolosi. E' proprio a seguito di questa scoperta che le due donne scoprono la vera identità dell' affascinante uomo d'affari ; egli non è altro che il cinico incaricato di una multinazionale che è solita infiltrarsi nei piccoli centri abitati promettendo posti di lavoro ed una rinascita economica in cambio di un posto tranquillo dove poter gestire i propri traffici al limite della legalità e a rischio e pericolo della popolazione locale. Narrato attraverso due vicende che si snodano in parallelo e che si sfiorano qua e là per ricongiungersi nel finale, "Main street" è una piccola produzione passata quasi del tutto inosservata a causa di una realizzazione piuttosto dozzinale e dal taglio smaccatamente televisivo. Nonostante un cast di tutto rispetto ed una sceneggiatura potenzialmente interessante ad opera del premio Oscar e Pulitzer Horton Foote, la pellicola dell' insignificante John Doyle non ha nerbo nè la benchè minima tensione narrativa. Una regia piatta e scolastica, la palese mancanza di fondi che si riflette nella scarsa qualità della messa in scena ed una certa retorica perbenista nella morale di fondo annientano qualsiasi scintilla d' interesse per una vicenda che, ben presto, non fa altro che annoiare nonostante l' importanza e la delicatezza degli argomenti trattati. Efficaci Firth e la Burstyn, monocorde l' altrove brava Clarkson, insiginificanti le prove dei due "giovani" Bloom e Tamblyn.

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