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Mi manda Picone

Regia di Nanni Loy vedi scheda film

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La recensione su Mi manda Picone

di marcopolo30
8 stelle

Nanni Loy porta a spasso l'immenso Giancarlo Giannini (e con lui lo spettatore) per una Napoli povera di glamour ma ricca di umanità in una commedia divertente ma allo stesso tempo satiricamente graffiante. Molto bello.

Non so se Nanni Loy abbia mai pensato/sognato di trasporre il suo celebre “Specchio segreto” televisivo al cinema, ma se così fosse, “Mi manda Picone” sarebbe di certo il risultato di tale esperimento. Una commedia divertente ma allo stesso tempo satiricamente graffiante e dotata di rara profondità nel quale le apparenze ingannano. Esattamente come nella sopracitata Candid Camera nostrana degli anni '60. L'immenso Siciliano di La Spezia (o Napoletano di La Spezia, per l'occasione) Giancarlo Giannini interpreta Salvatore Cannavacciuolo, un disoccupato di mezz'età che tira a campare ingegnadosela in mille modi, alla ricerca di Pasquale Picone, sedicente operaio dell'Italsider volatilizzatosi dopo essersi dato fuoco in municipio sotto gli occhi -tra gli altri- di moglie e figli. Quel che segue, creato dalla penna dello stesso Loy in collaborazione con Elvio Porta, è un grottesco viaggio tra i vicoli di una Napoli per niente glamour popolata da personaggi che pur rasentando il folkloristico non smettono in nessun momento di risultare tridimensionali e reali al 100%. Protagonista femminile, altrettanto brava, è Lina Sastri che interpreta inoltre la stupenda canzone sui titoli di testa e di coda, “Assaje” di Pino Daniele. Davvero un bel film da raccomandare, oltre che per il sapido contenuto, anche per chi volesse avere una visione di Napoli non stereotipata (né cioè in senso positivo “sole, ammore e mandolino”, né in senso negativo “camorra, armi e malaffare”). Il film fu un successo commerciale, chiudendo al tredicesimo posto stagionale del Box-Office italiano con oltre 6,5 miliardi di lire incassati, cifra per niente disprezzabile per l'anno 1983 (quasi 11 milioni di euro odierni, tenendo in considerazione l'inflazione) nonché di critica, portando a casa 3 David di Donatello e 4 Nastri d'Argento.

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