Regia di Robert Parrish vedi scheda film
Un pistolero americano, che ha un conto in sospeso con la giustizia, si è adattato a fare la guardia del corpo di un signorotto messicano e non sembra neanche più rendersi conto del proprio degrado. Durante una missione oltre confine per acquistare armi di contrabbando, si rompe una gamba in un incidente ed è costretto a fermarsi per due mesi in un villaggio vicino a una guarnigione: un soggiorno forzato che gli cambierà la vita. Sembra un soggetto per Anthony Mann, invece in regia c’è solo il volenteroso Robert Parrish. Suggestivi i primi 40’, con il personaggio dello sradicato che riscopre il senso di appartenenza a una patria che credeva di aver perduto; il resto è un affastellamento un po’ confuso di vari elementi: una trama sentimentale, le faide interne ai messicani, una spedizione punitiva contro gli Apaches. Però ha un bel finale, che arriva all’improvviso e come per caso. Mitchum, il cui personaggio ricorda quello di Sangue sulla luna (1948), è anche produttore esecutivo.
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