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Nosso Lar

Regia di Wagner de Assis vedi scheda film

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La recensione su Nosso Lar

di Lina
9 stelle

Piacevole escursione nel mondo astrale, che ispirandosi alla vita di un personaggio veramente esistito, ci racconta attraverso gli occhi del medium Chico Xavier, cosa ci attenderebbe dopo la morte. Un'opera intensa, ben interpretata, ricca di citazioni e a tratti toccante, che val la pena vedere se si crede nei mondi paralleli.

Film sul tema della vita oltre la morte che rincuora, commuove e fa sperare che i nostri cari defunti continuino a vivere in un'altra dimensione, in una realtà parallela, nella "città astrale", come citato dal titolo in lingua originale.

 

La trama è semplice, ma godibile e movimentata da aforismi, massime e citazioni basate sulla dottrina della reincarnazione, ma anche sugli insegnamenti di Ermete Trismegisto.

 

Il copione si ispira all'opera letteraria omonima di Chico Xavier, un sensitivo brasiliano, che sostiene di essere entrato in contatto con l'anima di André Luiz dall'aldilà. Da questo spunto, viene mostrato un luogo fantastico e meraviglioso, sicuramente migliore di quello umano, che ci attenderebbe dopo la morte. Pieno di pace, luminoso, dall'architettura moderna, quasi futuristica, che ha perfino un nome: "Nosso Lar".

 

Ora, che quanto Chico Xavier intende illustrarci sull’aldilà sia vero, di certo è molto discutibile. Dipende tutto dal tipo di fede che ognuno di noi ha.

 

Per chi crede che viviamo in un universo mentale, di sicuro sa che dopo la morte, vedremo e andremo nel luogo che la nostra mente proietterà. In questo, avrà grande influenza l’inconscio oltre al conscio. Ciò significa che l’inferno o il paradiso esistono nella nostra mente finché gli permetteremo di esistere credendoci. Tutto è mente diceva Trismegisto, perciò, tutto può diventare reale o meno.

Si suppone che dopo la morte, i Cattolici vedranno il paradiso o l’inferno con Gesù o il Diavolo; i Buddisti vedranno Buddha o quello che chiamano Nirvana; i Musulmani vedranno Allah e il suo regno ecc. tutti, insomma, vedranno un luogo in base alle proprie credenze, condizionamenti, timori e desideri.

Quindi, dopo la morte fisica, l’anima va a finire sul piano astrale e non è detto che veda Nosso Lar.

 

Alcune anime neanche si accorgono di essere morte. Il loro trapasso avviene inconsciamente. Si ritrovano in una realtà parallela senza esserne consapevoli. In parole povere, è come se un defunto iniziasse a sognare e non sempre sarebbe cosciente di aver definitivamente abbandonato il corpo (anche tra i cristiani e nella Bibbia, la morte viene citata guarda caso come un “sonno”). Quando i suoi ricordi si consumano sul piano astrale e mentale, ecco che è pronto a rivivere un’esperienza fisica in cui ricrea in modo diverso, ciò che ancora giace nel suo inconscio… fase chiamata anche reincarnazione.

 

Questi sono concetti difficili da spiegare, che il regista non ha voluto approfondire più di tanto, perché l’opera non è stata concepita come documentario sulla dottrina del Mentalismo o sul mondo astrale. È stata concepita come film spirituale che grazie a una narrazione fluida e lineare, racconta le vicissitudini dopo la morte fisica, di un medico.

 

All'inizio, lo vediamo vagare a lungo senza meta negli inferi (che altro non sarebbero che il mondo degli incubi) o piani bassi dell’astrale, tormentato da rinnegati per scelta e vampiri energetici, ma non viene chiarito o approfondito, cos’abbia fatto di preciso in vita, per meritare di essere annoverato tra i “cattivi”.

La pellicola è incentrata sulla sua esistenza nelle dimensioni dell’aldilà, sul ritrovamento di se stesso, sul pentimento e sul suo desiderio di riscatto.

 

Quando la sua anima può finalmente abbandonare gli inferi, inizia piano piano a “guarire” grazie all’aiuto di spiriti guida buoni.

Il medico viene condotto in un regno bellissimo, dove abbondano paesaggi naturali ma anche urbani, sovrastati dalla luce.

Sarebbe uno dei livelli medio-alti dell’astrale, sicuramente una sezione del “paradiso”. Lì, Luis si dà da fare per guarire gli spiriti tormentati, che non trovano pace o rassegnazione al dolore emotivo della morte, perché troppo legati al mondo fisico e materiale.

 

Ora, non importa cosa ognuno di noi creda sulla vita oltre la morte, il film val la pena d’essere visto perché è molto gradevole e offre un confortante viaggio nelle sfere della coscienza e mondo degli spiriti.

 

Il ritmo è buono, non genera cali di attenzione, la recitazione ottima e convincente, con interpreti adeguati, la colonna sonora malinconica e nostalgica quanto basta e gli effetti speciali risultano adeguati e non eccessivi, incastrati in scenografie incantevoli, con onnipresenza di luce e bianco, che riassumono l’idea di paradiso che ognuno di noi può avere.

 

Il copione è ricco di belle scene, bei momenti densi di pathos (l’incontro di Luis con la madre ammetto che mi ha fatto scappare la lacrimuccia, come anche la sua visita, dopo dieci anni, alla sua famiglia sulla terra) e frasi che restano impresse nella mente, anche se avrei gradito degli approfondimenti su alcuni punti che rimangono un po’ oscuri.

 

Chico Xavier potrebbe essere un visionario - non so quanto si possa credere alle anime dei defunti che vedono virtualmente, da una sorta di PC e schermi HD, le preghiere dei terrestri o che i permessi per rivedere i propri cari in terra vadano guadagnati - eppure, il suo mondo affascina.

 

Il suo film ci trasporta in una realtà migliore di quella che viviamo e ci fa fantasticare su cosa possa attenderci dopo la morte. La curiosità è tanta e film di questo genere fanno bene al cuore e all’anima. Dopotutto, parlano di amore, redenzione e di rinnovamento… 

 

Una chicca per tutti coloro che credono che non esista morte per l'anima.

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