Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Si tratta di uno di quei film che hanno raccolto un tale successo, con un persionaggio (ed attore) ed uno sviluppo della vicenda talmente coinvolgenti da essere diventato un vero e proprio marchio di fabbrica nella filmografia di Alberto Sordi: ogni servizio, documentario sull'attore si apre con facilità con la "marcia" che caratterizza la colonna sonora di questo film. L'inizio del film in particolare si pone dei concetti più alti: con statistiche sulla spesa sanitaria, sulle indennità dei medici, sulle medie dell'utilizzo del servizio sanitario nazionale da parte dell'italiano medio si rispecchia un paese che stava tramutando un grande esempio di welfare in un'enorme macchina di clientelismi ed affari (qualche anno dopo lo stesso Zampa avrebbe affrontato il tema in modo spietato con il film Bisturi: la mafia bianca). La seconda parte invece scade un po' in un meccanismo ripetitivo e compiacente: ad un certo punto non ci sono più grandi invenzioni, se non la continua e spasmodica ricerca di benessere da parte del protagonista, accompagnata da un lavoro talmente frenetico a cui seguirà un crollo che lo metterà nelle mani degli invidiosi ed insidiosi colleghi. Ma in fondo il pubblico perchè non dovrebbe rispecchiarsi in questo personaggio così italiano?
Le abilità di Sordi sono eccezionali, anche se si adegua ad un ruolo che avrebbe richiesto una ventina d'anni di meno; con la sua verve, le belle battute è impossibile non provare simpatia per questo mascalzone aizzato dalla protettiva madre.
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