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Happy Family

Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film

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La recensione su Happy Family

di mm40
8 stelle

Salvatores vede rosso. E, con l'ausilio di Italo Petriccione (fotografia) e Rita Rabassini (scenografia), allestisce quello che è probabilmente il suo lavoro con maggiori pretese, per quanto decisamente 'leggero': tutto parte infatti da un testo teatrale (rimaneggiato in sceneggiatura insieme al suo autore, Alessandro Genovesi) che deve molto ai Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello - apertamente citato, peraltro - e che non vuole raccontare altro che il piacere di raccontare. Il protagonista centrale è quindi uno scrittore, terrorizzato da tante cose nella vita, ma soprattutto dal non riuscire a creare qualcosa di importante; per esorcizzare tale fobia, l'uomo si precipita all'interno della sua stessa opera. Rosso dappertutto, rosso ridondante, rosso come il semaforo che fa incontrare l'autore e i suoi personaggi, e prima di tutto colore della vita: sangue, passione, cuore, tutto ciò a cui ci si aggrappa con le unghie per riuscire a vivere, piuttosto che sopravvivere, colore intenso e prepotente, che grida vendetta di un'esistenza mediocre da 'happy family' in cui ci si vuole bene tutti e nessuno sembra chiedere di meglio di ciò che ha (argomento ripreso quando lo scrittore Ezio ha la tentazione, subito fuggita, di chiudere con un lieto fine). L'unico che è davvero realizzato è il personaggio di Abatantuono, elemento puramente comico e funzionale alla sdrammatizzazione, ago della bilancia di una commedia psicologica come nel cinema italiano raramente è capitato di vedere - il maestro in tale campo è notoriamente Woody Allen ed in effetti i rimandi alla sua opera ed al suo pensiero non mancano. Il verde prende la scena sul rosso solamente all'ingresso di Ezio nella sua stessa storia, come un segnale di via, la partenza della corsa, del sogno, lo sbrigliarsi dell'immaginazione. Chiosa del film è la citazione di Groucho che compare fugacemente su un bigliettino: "Preferisco vedere un film o leggere un libro, che vivere... perchè nella vita non c'è trama": e quel gabbiano che vola sui cieli metropolitani, mai visti così azzurri, di Milano, è semplicemente un omaggio allo sconfinato potere della fantasia. 8/10.

Sulla trama

Due famiglie si confrontano grazie ai figli sedicenni, Filippo e Marta, che hanno ferma intenzione di sposarsi. Alla cena di reciproca presentazione partecipa anche uno scrittore sfaccendato che la madre di Filippo ha investito in bicicletta qualche giorno prima. Ma lo scrittore è anche colui che sta raccontando tutta questa storia.

Sulla colonna sonora


Cosa cambierei


Su Gabriele Salvatores


Su Fabio De Luigi


Su Margherita Buy


Su Diego Abatantuono


Su Fabrizio Bentivoglio


Su Carla Signoris


Su Valeria Bilello


Su Gianmaria Biancuzzi


Su Corinna Agustoni


Su Alice Croci


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