Regia di Danis Tanovic vedi scheda film
Un argomento interessante trattato in maniera sbagliata e montato ancora peggio; la problematicità di mestiere come questo poteva rendere un discorso interessante, penso che lo stesso Farrell che anche lo produce, ne era invogliato. Partendo da un romanzo il regista stesso ha contribuito alla sceneggiatura e proprio in questa fase iniziano gli errori, tutto viene declamato detto e solo in certi punti fatto vedere, sembra di essere nel lettino dello psicanalista e non al cinema, e fatto da un nonno controverso e poco inserito nella storia: La drammaticità è tutta rivolta al nucleo familiare ed invece il perno principale sarebbe stato quello del Kurdistan, dove al professione dei uomini avrebbe dato lo spunto necessario e non solo la per niente sorpresina finale giocata più sul dramma psicologico. I personaggi di contorno sono di una problematicità estranea e riempitiva che dà spesso fastidio, volendo sostituire quello che in via naturale la storia ci porge. Rimane una bellissima prova che Farrell dà a piene mani, ma inutilmente proposta in un film che prende le distante per percorsi inutili anche se la prima parte ci faceva sperare in qualcosa di diverso e migliore. Distribuzione dei ruolo abbastanza caotica e poco credibile.
Una storia complessa che porta da parti che centrano poco con la sua problematica.
Sbagliato tutto sia in fase di sceneggiatura che di regia
Interpretazione intensa ed è la cosa migliore del film, anche se sprecata, un attore che non ho scoperto ora, ma che avvalora quello che penso di lui.
Un'occasione davvero sprecata
Ruolo molto convezionale
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