Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film
Il sipario si è aperto, le luci sono accese: inizia il Bronson show. Refn porta sullo schermo la storia di Mickey Peterson, in "arte" Charles Bronson, il più pericoloso detenuto d'Inghilterra. Il modo incredibile col quale il regista rielabora il genere del bio-pic rende questo film un'opera assolutamente originale, nella quale la messa in scena è dominata da uno straripante Tom Hardy. Bronson è un personaggio assolutamente singolare, che trova nella galera l'unico luogo in cui poter essere se stesso; per questo, tutte le sue azioni saranno funzionali al restare in galera, soprattutto dopo la delusione amorosa con la quale dovrà fare i conti. "Bronson" parla in modo assolutamente anarchico di una società inglese allo sfacelo, di un sistema giudiziario ingiusto e scorretto, di una società chiusa ed esclusiva per colpa della quale il protagonista trova sfogo alla sua creatività solo attraverso pugni e disegni. Egli, tuttavia, è ben consapevole delle sue azioni. Lo spettacolo teatrale, che fa da filo conduttore per tutto il film, non è altro che la massima esposizione del narcisismo del protagonista che, d'annunzianamente parlando, ha trovato nella galera la dimensione della sua vita come "opera d'arte". "Bronson" è un film riuscitissimo, nel quale si mescolano alla perfezione originalità, performance, colonna sonora e regia. Senza dubbio uno dei migliori del regista danese.
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