La recensione su L'amante inglese

"Partir" è un film sull'amore, sulla passione e sull'evoluzione dei sentimenti.

Suzanne (Scott Thomas) è una donna di quarant'anni, che decide di tornare a lavorare come fisioterapista. Durante i lavori di ristrutturazione del suo studio incontra il muratore Ivan (Lopez) e, dopo una serie di avvenimenti, si lascerà travolgere dalla passione per quest'uomo, decidendo di abbandonare il marito e i due figli. 

Appare fin da subito chiaro che la trama è banalissima: il classico caso di adulterio e di abbandono del tetto coniugale. Ciò che, però, potrebbe esilmente innalzare il film della Corsini è l'attenzione e la cura rivolti al personaggio femminile e agli intrecci sentimentali con i due uomini, ossia Samuel (Attal) e Ivan. In primo luogo, a mio avviso, non va trascurato come sin da subito Suzanne dimostri la sua insoddisfazione verso la vita che sta vivendo e che la annoia. Una insoddisfazione che la porta a cercare il nuovo stimolo del lavoro, dismesso da quindici anni, ma anche l'avventura erotica con Ivan. Perché di fatto con Ivan si tratta di passione, di sesso, di fiamma che consuma. Si tratta di quel sentimento che ti pervade quando sei all'inizio di qualcosa, quando tutto è ancora "nuovo" e sembra che potresti vivere solo di quei momenti travolgenti, senza curarti di nulla. Con il marito Samuel, incontrato ormai decenni prima la questione è diversa; infatti, il sentimento dell'amore è evolutivo, si potrebbe dire che "muore" e lascia spazio a qualcosa di differente già in breve tempo. Non si tratta solo di conseutudine, affetto e rispetto, sia ben chiaro; ma non è l'amore tout cour dei primi attimi, quello delle fiamme che bruciano l'animo e della passione che ti pervade. Anzi, potrebbe benissimo essere una forma ben più importante d'amore, in quanto diventa un sentimento condiviso, costruito, fatto sia di passione e irrazionalità, quanto di basi comuni e affinità che non si possono spegnere e che legano oltre ogni limite due persone. E qui entra in gioco, a mio avviso, la differenza sociale fra Samuel e Ivan: l'uno è un medico, un uomo colto e borghese; l'altro è un operaio che lavora in nero, ex galeotto, privo di cultura e di ambizione. Non si tratta di far scontrare borghesia e proletariato, bensì due tipologie differenti d'uomo. Entrambi sono affascinanti, quindi con entrambi la passione può nascere e il sesso fine a se stesso può essere molto appagante: ma finita la mera passione, cosa legherà indissolubilmente Suzanne a uno dei due uomini? Purtroppo qui il film della Corsini fa acqua. Infatti, risulta frettoloso e poco analitico. Addirittura superficiale. Certo ci mostra Suzanne lavorare come bracciante, ce la mostra disposta a rubare in casa sua, ma non analizza il vero legame fra Suzanne e Ivan, quello oltre le scene di sesso, oltre gli orgasmi. Ci lascia con un finale frettoloso e mal curato. Una specie di vendetta al contrario della mia stimata Emma Bovary, la quale non avrebbe assolutamente apprezzato la mancanza di approfondimento romantico in questo film. Tanto meno avrebbe visto grande eroismo in una donna incapace a dialogare quale Suzanne. Fondamentalmente i suoi problemi erano basati proprio su questa mancanza assoluta di comunicazione verbale, preesistente alla figura di Ivan. Il film quindi aveva del potenziale e delude. Si accartoccia su stesso e non sviluppa tematiche che avrebbero potuto dare uno spessore importante alla pellicola, vista anche l'attualità del tema.

Per quanto riguarda l'interpretazione degli attori, la Scott Thomas è superba, ma perfetti e accordati anche Lopez e Attal.

For you I was a flame

Love is a losing game

Five story fire as you came

Love is a losing game...