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The Brothers Bloom

Regia di Rian Johnson vedi scheda film

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La recensione su The Brothers Bloom

di iosif
8 stelle

Truffatori e storytellers, i fratelli Bloom raccontano storie e le mettono in scena, costruiscono menzogne per trasformarle in realtà. The Brothers Bloom è un film colorato e malinconico, semplice e articolato, originale e derivativo. Il ricordo va prima di tutto a Wes Anderson, col quale Rian Johnson condivide i toni chiari, la inquadrature accurate e favolistiche, spesso frontali, la cura nella presentazione di figure e luoghi. In maniera più diretta di Anderson, che riesce a nascondere la sua malinconia quasi dietro ogni scena, celandola anche ai suoi personaggi, Johnson mostra le ferite emotive dei suoi protagonisti, e lascia che siano loro, coscienti della propria diversità, a raccontarle e affrontarle.
 
Un cast eccezionale, con Adrien Brody e Mark Ruffalo nei panni dei Fratelli Bloom, Rachel Weisz una stralunata Penelope e a chiudere Rinko Kikuchi, dalle pochissime parole e gli sgargianti costumi pop, assicura al film un’ambigua leggerezza, anche nelle scene (e ci sono) un po’ cariche, non perfettamente limate. 
 
Dietro l’inganno dei Bloom, così come dietro la voglia di credergli di Penelope e la sua passione per le immagini distorte, c’è il tentativo di riscattare il proprio passato raccontando il presente, creando la propria favola, rincorrendo la “menzogna che dice la verità”. Così la truffa è prima di tutto narrazione, l’inganno è costruito per avvolgere i propri artefici, e l’amarezza di un passato da dimenticare si confonde con la costruzione di un mondo che per imporsi deve essere tempestato di sorprese e colpi di scena. A completare l’idea dell’inganno come cura, necessaria per quanto dolorosa, la bella ballata di Nathan Johnson, fratello musicista del regista, che accompagna l’azione con una colonna sonora solare e circense, e chiude i titoli di coda con la delicata “The Fabulist”.

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