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Dogtooth

Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Dogtooth

di axe
7 stelle

Due coniugi crescono i loro tre figli all'interno della loro grande villa, isolata tra alcune colline; essi non hanno mai visto cosa c'è all'esterno, ne hanno una conoscenza erronea ed una percezione distorta, a causa delle informazioni errate che il padre, l'unico che esce per recarsi a lavoro - è manager in una grande azienda - e la madre, anch'ella confinata, per propria scelta, entro la magione, trasmettono loro. Unica persona ammessa all'interno della villa, è Christina, una ragazza di poco più anziana dei figli, tardo-adolescenti, della coppia. Ella ha il compito di "svezzare" sessualmente il maschio, ed è confidente di una delle due sorelle. Dall'evoluzione del rapporto con le due ragazze, scaturisce un'occasione per rompere la routine quotidiana ed aprire nuove prospettive nella vita dei reclusi. Tra le convinzioni che i coniugi hanno instillato nei figli c'è la certezza dei pericoli in agguato all'esterno, i quali potranno essere superati esclusivamente da una persona matura ... ed il momento della maturità è segnato dalla caduta di un dente canino. "Dogtooth", appunto "canino", è l'opera che ha reso il proprio regista, il greco Yorgos Lathimos, noto a livello internazionale. Ed a buon diritto; è un film estremamente duro, segnante, la cui visione spiazza per la durezza di alcune sequenze. Rapporti incestuosi, sesso "terapeutico", esplosioni di violenza mostrate senza troppi veli; dopo lo smarrimento iniziale, tuttavia, possiamo riflettere sugli eventi e comprendere come la responsabilità di ogni azione dei tre ragazzi è ascrivibile direttamente o indirettamente ai genitori, un padre all'apparenza amorevole e paziente ed una madre complice dello stesso, felice sostenitrice delle scelte del marito. Per quale motivo i due coniugi abbiano agito in tal guisa, non è dato saperlo. Delirio di onnipotenza, volontà di protezione dai mali del mondo, negazione del libero arbitrio, diversi o tutti tra questi motivi, hanno spinto i genitori a tradire completamente il loro ruolo; hanno scelto di non educare, ne' istruire, in rapporto alla vita nel "mondo esterno". Dunque i loro figli non conoscono alcunchè di esso, se non quanto madre e padre hanno trasmesso. Gli aereoplani sono oggetti che possono cadere in giardino ed essere raccolti; i gatti sono animali feroci e pericolosi, da uccidere senza pietà; le parole non hanno il significato che il resto della comunità assegna loro. Il sistema della conoscenza e quanto di razionale può essere costruito sullo stesso è dunque alterato; non altrettanto può essere fatto con gli istinti. Trovano un limitato sfogo le pulsioni sessuali; ancor di più può la tensione verso un generico miglioramento delle proprie condizioni, che una delle due sorelle, giunta fortunosamente a contatto con testimonianze di vita fuori dall'"hortus conclusus", asseconda, determinando pur con grave dolore fisico la condizione favorevole all'abbandono della villa. Si cava un dente canino e si nasconde nel portabagagli della vettura paterna; in qualche modo, riesce nel suo intento. Gli attori sono convincenti nei ruoli interpretati; i figli hanno guardi spenti; soddisfatti i bisogni primari, vivono nella non consapevolezza della realtà circostante. Una madre, non è ben chiaro in quali misure complice e vittima, asseconda il marito, autore di violenze non solo psicologiche. L'ambientazione è, per lo più, la magione familiare; una grande casa, ampio giardino, piscina. Il tutto circondato da una barriera, facile da oltrepassare fisicamente; insuperabile, tuttavia, a causa dei convincimenti dei ragazzi. Il ritmo è lento; la durata del racconto breve. Non accade molto; al regista preme descrivere con cruda determinazione lo stato delle cose. I riflettori sono puntati sulle dinamiche familiari e le inevitabili conseguenze. Alcuni eventi sono raccapriccianti secondo il nostro metro di giudizio; perfettamente normali, quando non "virtuosi", secondo i parametri degli inconsapevoli prigionieri; esempio, la violenta uccisione del gattino che ha la sfortuna di capitare nel giardino domestico. Yorgos Lathimos c'invita, dunque, alla riflessione. Sostituendo a genitori e figli, popolazioni, comunità, etnìe, fedeli o adepti, anziani o giovani, o altri insiemi, più o meno sfumati nei loro contorni, rapportando le diverse entità numeriche, abbiamo uno ... spaccato del mondo. Ciò che è naturale per uno, non lo è per un altro. Ciò che per qualcuno è un dovere da compiere, per altri è un crimine. Quelli che per taluni sono insegnamenti corretti, sono fantasie, errori, eresie per tal altri. Incisivo, disturbante, inevitabilmente ... stimolante.

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