Espandi menu
cerca
Katalin Varga

Regia di Peter Strickland vedi scheda film

Recensioni

L'autore

maurizio73

maurizio73

Iscritto dal 25 giugno 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 83
  • Post 4
  • Recensioni 886
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Katalin Varga

di maurizio73
7 stelle

Giovane donna di un villaggio transilvano viene ripudiata dal marito e dalla piccola comunità in cui vive, dopo la scoperta che il figlio di 10 anni è il frutto di una violenza sessuale subita anni prima e tenuta nascosta per vergogna e per sfuggire al facile pregiudizio sociale. Rimasta sola insieme al figlio, intraprende un lungo e faticoso viaggio a bordo di un carro trainato da cavalli attraverso la campagna rumena alla ricerca dei suoi violentatori, per chiudere definitivamente i conti con il passato e ricominciare una nuova vita con il marito. La tragedia tuttavia, incombe minacciosa.
Opera prima del quarantenne regista inglese Peter Strickland e autoprodotta a basso budget grazie al lascito di uno zio, è un dramma intimistico che si dispiega come un thriller psicologico attraversato dalle latenti tensioni sociali di una remota regione transilvana sospesa tra modernità e arcaismo, laddove vigono le regole non scritte di una società patriarcale legata alla sottomissione della donna ed ai codici di una spietata vendetta familiare. Con una sorprendente congruenza del registro narrativo, sospeso tra i simbolismi di una indefinita angoscia personale e sociale (il bosco, le luci di auto nella sera, le minacciose alture dei Carpazi immersi nella bruma) ed il realismo di una storia tragica di violenza e di vendetta, il giovane Strickland ci precipita nel vortice di una pulsione (auto)distruttiva che si alimenta delle suggestioni di un paesaggio letterario caro alla tradizione britannica (il viaggio nel carro attraverso le valli transilvane, la diffidenza dei villici nell'accogliere i viandanti, gli elementi allegorici di una natura selvaggia e ostile richiamano alla mente il resocondo diaristico del giovane Archer che l'autore dimostra di ricordare benissimo) e degli oscuri codici di una comunicazione non verbale che insinua il sospetto di un misterioso dramma sociale senza rivelarlo apertamente, ma fornedone lungo il cammino gli indizi di una tensione che cresce gradualmente fino alla drammatica esplosione finale. Benchè sia più riuscito sul versante iconografico e figurativo di quanto non lo sia su quello dei dialoghi e della messa in scena e contando su una fotografia che ci restituisce l'incanto ed il mistero di un paesaggio quasi favolistico, si ravvisa un limine nel respiro narrativo che predilige soluzioni finali che indugiano al melodramma piuttosto che al grand guignol, rischiando così di vanificare il certosino lavoro nella costruzione della tensione che attraversa tutto il film come un malsano brivido di morte. Da menzionare le splendide partiture di un registro musicale che ricorda le ossessioni barocche di Werner Herzog (Nosferatu: Phantom der Nacht - 1979) e le sibilline litanie di filastrocche popolari che ripropongono le oscure trame di una crudele violenza predatoria. Bellissima e magnetica la presenza scenica della Katalin Varga di Hilda Peter e meritato Orso d'Argento al Festival di Berlino per il già citato contributo musicale.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati