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Masters of Horror. Family

Regia di John Landis vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Masters of Horror. Family

di DeathCross
8 stelle

Secondo episodio della seconda stagione di "Masters of Horror", il film di Landis, come il precedente "Deer Woman" (e altre opere del regista, si pensi a "Un Lupo Mannaro Americano a Londra"), gioca con l'ironia macabra, creando un mix intelligente e magnificamente calibrato tra orrore, comicità e, anche, tragedia.

 

Come il titolo suggerisce, il tema principale dell'opera è la famiglia, ma, come è lecito aspettarsi da un horror, il tipo o, meglio, i tipi di famiglia trattati non rientrano nell'idillio propagandato dalle commediuole, dalla religione e dal moralismo benpensante (e quindi ipocrita) borghese; Landis non propone una famiglia vista come culla protettiva e centro morale dell'educazione, ma propone due immagini di famiglie rovinate: da una parte abbiamo la famiglia malata immaginata dal grasso Harold, protagonista psicotico del mediometraggio, un sogno che egli concretizza con gli scheletri di sue vittime opportunamente ripuliti dalla carne; dall'altro lato, invece, abbiamo la famiglia spezzata della coppia co-protagonista, il cui idillio è stato rotto proprio da Harold, colpevole di aver sottratto e ucciso la loro figlia per adottarla nella sua cadaverica famiglia.

La vendetta de* due coniugi, come in "The Last House on the Left" di Wes Craven, supera però in efferatezza la follia omicida dell'obeso vicino, presentando una natura sadica e auto-compiaciuta che l* porta a non uccidere subito il predatore diventato preda, ma bensì a torturarlo (con una memorabile scena di sonda nasale) e a tenerlo in vita per altri 15 giorni di sofferenza.

 

La classe di Landis è ammirabile in ogni scena del film, e presenta anche numerosi richiami ad altre opere cult di altri grandi registi, come la scena iniziale di falso idillio (quasi un eco dell'inizio di "Blue Velvet"), la figura del pazzo che conserva i parenti morti immaginandosi dialoghi con essi (cosa che faceva anche il Norman Bates di "Psycho", come credo abbia detto anche qualcun altro), e la scena del lento inseguimento della ragazza scelta da Harold come sorella maggiore della sua figlioletta (nell'impostazione mi ha ricordato una scena di "Halloween").

 

Ottimo episodio, dunque, di questa magnifica serie, la cui visione è caldamente consigliata.

 

Voto: 8.

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