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Padiglione 22

Regia di Livio Bordone vedi scheda film

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La recensione su Padiglione 22

di Videotecaumana
2 stelle

Un moto d'animo, un motto di spirito trabocca come un rigurgito inaspettato.. soleva dire il cinico ma lucido Frank Cross (Bill Murray) in S.O.S. Fantasmi. Mai tale aforisma fu piu azzeccato per una "ghost story" che fa il verso al "Giro di vite" di Henry James ovvero un'apatica ragazza emaciata sbarella un dì, in preda a visioni angoscianti. Perché di immagini soltanto si può parlare, essendo i dialoghi praticamente inesistenti se non banali, inutili o didascalici. E se la sceneggiatura rivela VORAGINI (non buchi) a livello di trama.. con insopportabili e continue dissolvenze-stacchi temporali del tutto destabilizzanti, la recitazione degli attori stessi (salvo l'interpretazione del fratello pazzo) è piuttosto penosa. Piatta, sottotono, monocorde, per nulla convincente -basta sentire Regina parlare..(non a torto lei stessa si dichiarò DISINTERESSATA alla recitazione tempo addietro e qui ne da la prova tangibile). Non basta purtroppo l'effimero cameo (sprecato) di Elio Germano a risanare il film, anche se strappa comunque un sorriso. Le caratterizzazioni stesse ora vuote ora superficiali poi non convincono: su tutte quella della madre odiosa(che tra cento colpi di spazzola ricorda molto la donna del nastro di the ring) della protagonista bambina e quella del ragazzo-compagno di questa, totalmente incredibili e irreali, se non ridicole a volte. Va detto..la direzione degli attori è pressoché inesistente. Sembra non esserci ASCOLTO tra questi.. sembra di assistere a una pièce di Ionesco (es. la cantatrice calva) in cui ogni personaggio recita un monologo a sé. Ad aggravare le cose ulteriormente, osceni effetti in computer grafica..su tutte due sequenze: il finale “doloso” alla Silent Hill e la fuga a zig zag per il corridoio dell’ex manicomio da parte della protagonista che invano cerca di sfuggire al fantasma del fratello che le appare/scompare. Quest’ultima sequenza fa rimpiangere addirittura una scena simile di “Fracchia contro Dracula” con Paolo Villaggio terrorizzato dalle continue e mirabolanti apparizioni ubiquitarie del conte Dracula.
Per concludere, dinnanzi a suddetta pellicola or capisco perché distribuzione in sala fu così spietata -confesso che il direttore di uno dei soli cinema a Roma in cui il film era in cartellone, era quasi sorpreso dall'affluenza numerosa (2 persone) al film tale da esser indotto a chiedere motivazioni personali quali grado di parentela o conoscenza col cast artistico del film..quasi un monito dantesco: lasciate ogni speranza o voi che entrate.. :O

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