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Nine

Regia di Rob Marshall vedi scheda film

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La recensione su Nine

di Stuntman Miglio
4 stelle

Una cosa, a Rob Marshall, va sicuramente rimproverata : il fatto di aver provato a riproporci un colpaccio alla "Chicago" sbagliando clamorosamente soggetto. Il regista statunitense ha il suo buon potenziale e lo ha già dimostrato in almeno due occasioni ; questo suo secondo musical, ispirato ad uno dei capolavori del maestro Fellini, non è altro che un semplice esercizio di stile, per di più deludente proprio in quelli che sarebbero dovuti essere i veri punti di forza di una produzione come questa. Roma, anni '60, Guido Contini è un regista in crisi, non solo creativa, alle prese con un nuovo film - "Italia" - di cui non ha però ancora scritto una parola o progettato una singola scena. In una disperata ricerca d' ispirazione, si abbandona anima e corpo alle muse della sua vita passata e presente. Caratterizzato e quindi compromesso da una messa in scena troppo glamour e rindondante, "Nine" fraintende completamente la lezione ed il significato di "8 e 1/2" banalizzando un' intera epoca d'oro del cinema sino a ridurla ad un trascurabile fenomeno di costume. Il fatto non peserebbe come un macigno se non fosse per il fatto che anche l' aspetto musicale lascia piuttosto a desiderare ; le varie sequenze sono piuttosto statiche, troppo simili fra di loro e con testi scritti svogliatamente. Nell' insieme si salva giusto l' incursione di Fergie, scelta azzeccatissima perchè sexy di natura e cantante di mestiere. Per il resto, si alternano momenti di alti e bassi per ciascun interprete : Daniel Day Lewis archivia con eleganza l' ennesima prova convincente e magnetica nonostante traspaia un certo disagio nelle performance canore, Marion Cotillard (bellissima) e Judi Dench sono semplicemente funzionali, Kate Hudson sorprende vocalmente ma il suo numero è anche il più stucchevole dell' intero film mentre Nicole Kidman e Penelope Cruz (ahimè) mi hanno lasciato del tutto indifferente. Completano il cast un' imbrazzante Sophia Loren ed una serie di attori italiani - tra cui Tognazzi, Mastandrea, Germano, Citran, Cederna - annientati e confinati a piccolissimi ruoli di contorno. In definitiva, un progetto troppo ammiccante e perso in inutili estetismi per poter fare breccia nel cuore dello spettatore, soprattutto se italiano.

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