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Nine

Regia di Rob Marshall vedi scheda film

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Neve Che Vola

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nine

di Neve Che Vola
10 stelle

Il primo requisito per poter raccontare le proprie impressioni di un film, è esserne venuti a contatto. Sembrerebbe scontato...

Non solo riguardo ai film, prendiamo la musica. Dopo un concerto per quartetto d'archi che nella prima parte comprendeva il Secondo Quartetto di Prokof'ev e Concertino di Stravinsky, un mio amico mi ha detto che non gli è piaciuto.
Anche qui, sembrerebbe tutto normale: il mio amico ha espresso un giudizio di gusto, è un suo diritto. Però ha aggiunto giudizi su Prokof'ev che col gusto hanno poco a che fare, cioè ha tentato di oggettivizzare il suo giudizio di gusto. Allora ho indagato, e dopo un'accesa discussione è venuta fuori l'evidenza... si fa presto a tirar fuori l'evidenza quando qualcuno dice che un pezzo di musica non gli è piaciuto. Semplicemente gli si chiede di ricantarne lo svolgimento, e il risultato è quasi sempre lo stesso: non ne ricorda una nota.

 Come si fa ad esprimere un giudizio di gusto su qualcosa che non si è mai visto o sentito? Un conto è vederselo scorrerre davanti agli occhi, un conto è lo ritener d'aver inteso.
Ma per questi sembrerebbe non far differenza. Quindi, per questi soggetti, non fa alcuna differenza ascoltare Prokof'ev oppure una canzonetta pop.

Ricordo il mio primo approccio alla Terza Sonata di Prokof'ev:

http://www.youtube.com/watch?v=Knqsx6_Ku1Q

non ci capii nulla, non solo non ricordavo i temi, ma neppure ero riuscito a capire lo svolgimento di una frase una (o quasi). Si può pensare se fossi stato capace di "vedere" seppure col binocolo questa Sonata? Mi era semplicemente passata davanti agli occhi (o meglio, alle orecchie), senza che avessi potuto ritenerne niente. Un mucchio di suoni disorganizzati, ecco cosa mi sembrò questo pezzo che ora è uno di quelli che più mi esaltano... Bene, ma è ben diverso dire "non ho idea di cosa parli la Sonata" rispetto a "non mi è piaciuta". Se neanche ne hai capito lo svolgimento... sembra incredibile, eppure c'è gente che non è in grado di fare un simile banale distinguo. Non si accorgono neppure che ci sia qualcosa che non va....
Avevo un amico, un cantante rock scomparso a trentanove anni, e mi aveva preso (era proprio buono!) a ben volere. Mi chiese di introdurlo alla musica classica, ed io gli portai Beethoven, le Quattro Sonate più famose e i concerti n.4 & 5. Rimasi stupito del suo giudizio qualche giorno dopo: disse che non era riuscito a seguire la logica di quello svolgimento musicale, che si perdeva... il che mi fece capire ulteriormente di quali capacità fosse dotato. Aveva capito, con chiarezza, cosa gli accadeva, dote veramente rara.

Quando vado al cinema, raramente mi fido delle mie percezioni. Ora, si tratta di un film di Rob Marshall, il suo Memorie di una Geisha l'ho visto in sala diciannove volte. Non è facile capire alla prima, almeno per me, il senso di un film che come colonna sonora annovera uno dei più straordinari capolavori del genere. Il Mereghetti chiama "ruffiano" il tema del violoncello, sarei curioso di sapere se la cultura musicale di costui vada oltre il cantautorato. Non voglio certo dire che la colonna sonora di Memorie sia geniale alla stessa maniera di una sinfonia di Mozart: ma per capirla, bisogna almeno essere in grado di notarne lo svolgimento, capire le trasformazioni del tema etc. Per averne un quadro chiaro, credo occorra del tempo (intendo per le persone normali come me, non per Brahms), non basta un ascolto.
L'emozione per Memorie di una Geisha crebbe proporzionalmente alla confidenza che prendevo con la colonna sonora. Non credevo John Williams capace di tanto, per la verità. Per me era l'autorucolo di colonne sonore quali "Guerre Stellari", "Indiana Jones" ed altre. John Williams ha detto che si erano sempre rivolti a lui per una colonna sonora, ma che nel caso di Memorie aveva chiesto lui stesso di poterla comporre, credo a causa del fatto che sentisse particolarmente il tema della storia. Mi stupì, e nelle sue parole credetti di trovare una conferma alle mie impressioni per questo suo capolavoro.

Ora, in un modo o nell'altro, devo molto a Rob Marshall... quindi ho creduto opportuno concedergli più di una opportunità prima di decidere se Nine mi fosse piaciuto oppure no. Si tratta di un musical, e bisogna prendere confidenza con le canzoni avaint tout.
Ci sono molti elementi, e francamente non mi è ancora riuscito di metterli insieme tutti, ora che l'ho visto tre volte. L'unica cosa che posso dire è che "Be Italian", cantata da Fergie, mi ha letteralmente travolto. La canzone mi è parsa fantastica, l'alternarsi tra le scene in spiaggia e quelle coreografate perfettamente amalgamate.
La dimensione "fisica", sessuale, da contrapporsi all'arrivo dei preti e successiva punizione al piccolo Guido, è sottolineata quasi volgarmente da Fergie che chiama "piccoli diavoletti italiani" i ragazzini riuniti sulla spiaggia a "conoscere l'amore". Alla parte cantata segue una parte in ritmo italiano, che ottiene l'effetto di rendere ancora più potente il ritorno della frase "Be a Singer!, Be a lover!" con tutte le ballerine che camminano all'unisono affiancate.
Dopo le bastonate, vediamo Guido a letto con Carla e il dolore per quel castigo è espresso da un attacco di soffocamento improvviso. L'ossessione di Guido verso il sesso era stato introdotto dalla stessa Carla che "balla e canta" una telefonata, una Penelope Cruz sensualissima, con scarpe con i tacchi e laccetti alle caviglie, reggicalze e guantini trasparenti. La volgarità è accentuata anche qui, Carla canta che può consolare i guai di Guido con "this", e si tocca prima il seno, poi "this!" il sedere, infine porta la mano alla zona della vagina..."and this!".
Il personaggio di Carla non sono ancora sicuro se giudicarlo un effetto senza causa, come forse la maggior parte del film... ma non mi importa, è un effetto che mi piace!, e forse la causa semplicemente mi sfugge. Mi piace la sua ingenua comicità e la sua capacità di darsi per davvero, mi ha commosso quando ha detto a Guido (più o meno), dopo aver ingerito una dose di sonnifero da "farla star davvero male" nelle parole del medico, "Quando lavori, io ci sono. Quando mangi, io ci sono. ci sono sempre. Non arrabbiarti con me". Insomma, l'umiliazione per amore cui si sottopone l'ho trovata davvero pesante emotivamente, e credo che la Cruz abbia fatto un lavoro eccellente in tal senso.
Ha cominciato a piacermi anche il numero della moglie di Guido che ricorda il lontano amore (o perlomeno a lei sembrava tale), "long time ago", un brano non troppo scontato.
Stavolta ho trovato bello anche il balletto da sfilata di Kate Hudson "Contini cinema italiano, è la mia anima, bianco e nero...". La prima volta l'avevo trovato insulso, ma ora che la musica mi è più familiare, noto meglio il contrasto tra l'ambientazione e la canzone, e l'effetto non saprei definirlo.
Proprio la Loren non mi è piaciuta neanche un pò...

Faccio fatica a ricordare tutto...

Forse la morale finale del bambino che deve essere tenuto vivo in noi può essere ingenua, artificiosa, ma ammiro Marshall per questa sua insistenza su questo tema. Anche in Memorie l'ultima parola l'aveva avuta la bambina, la piccola Chiyo cui Marshall dedica l'ultimissima inquadratura. Qui il bambino scorazza per il set, e finisce in braccio a Guido che ordina "Azione!", mentre la sola voce del flauto era rimasta in sospeso, ora conclusa con l'ultimo pizzicato degli archi in p.

 Non so davvero cosa dire, il minimo che possa fare è lodare Marshall per le intenzioni, veramente lo trovo un uomo che ha tentato, perlomeno, di fare un film con un occhio alle possibilità di riscatto umano. Le motivazioni dei personaggi mi sono sembrate piuttosto sottili - dico tutte quelle storie della moglie, la dichiarazione di Contini di volerla riconquistare, che mi è parsa piuttosto buttata li' -  ma bisognerebbe rivederlo ancora, per chiarire i dubbi che si affacciano alla mia mente uno dietro l'altro.
Secondo me, vado a naso, tenendo conto delle difficoltà della materia, unire i numeri musicali alla storia raccontata, Marshall ha fatto uno splendido film.
Non so se lo andrò a rivedere (anche perchè un solo cinema, per una sola proiezione giornaliera, l'ha tenuto ancora in cartellone, e due concerti che ho ascoltati in Svizzera mi hanno impedito di vederlo - come avevo progettato - a scadenza regolare, e non volgio ripetere visioni troppo ravvicinate), ma è sicuro che mi prenderò il dvd, se non altro per rivedere i numeri musicali, e come muto gesto di gratitudine verso Rob Marshall.
Capisco che il suo Memorie di una Geisha possa non essere un capolavoro, ma ho spesso pensato che, se avesse un senso, chiederei di essere seppellito insieme a questo film.

Su

Fantastica.

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