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Katyn

Regia di Andrzej Wajda vedi scheda film

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La recensione su Katyn

di steno79
8 stelle

In memoria di Andrzej Wajda. "Katyn" è un'opera della piena maturità del regista polacco, un film che ha il coraggio di affrontare un argomento davvero spinoso come l'eccidio di 22000 soldati polacchi da parte dei sovietici durante il Secondo conflitto mondiale, ma che non era mai stato riconosciuto come tale e la cui responsabilità era stata addossata ai Nazisti per sviare i sospetti. Il film nasce dall'esperienza autobiografica del regista, perché anche suo padre Jakub Wajda era stato ucciso in quello spaventoso massacro, e nonostante la sua inevitabile indignazione, è un'opera che rimane lucida, evita gli sbandamenti melodrammatici che gli vengono rimproverati dal Mereghetti, riesce a conferire un buon rilievo ai suoi numerosi personaggi. Il film inizia nel 1939 con l'invasione della Polonia da parte di Tedeschi e Russi su diversi fronti, prosegue durante varie fasi del conflitto e poi nel Dopoguerra, nel clima di omertà e rimozione dello scomodo soggetto da parte delle autorità. Importante la presenza femminile nel film, soprattutto con i personaggi di Anna Ostaszewska e Magdalena Cielecka, testimoni della scomparsa di valenti ufficiali e depositarie della necessità di ristabilire una verità che si preferisce ignorare. Il massacro viene rievocato direttamente solo nelle scene finali, ma la sua ombra grava su tutta la pellicola che è girata col consueto impegno e la passione civile delle migliori opere di Wajda. Ben diretto il cast di volti perlopiù sconosciuti allo spettatore italiano.

Voto 8/10

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